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Partito unico

Un tempo si lottava ancora contro la «democrazia borghese». Adesso, in tempi di crisi e di «grandi intese», non vi è nemmeno più una cosa che possa anche lontanamente rispondere al nome di «democrazia», ma domina soltanto il Partito unico del Nuovo e delle Riforme. Il Partito unico che da decenni fabbrica e impone la «Memoria condivisa». Il Partito unico della Valutazione e del Merito. Quello che riassume in sé la pace e la guerra, la destra e la sinistra, il bianco e il nero.

Non può allora sorprendere o scandalizzare che il portavoce dell’ex comunista Raffaella Paita, oggi candidata del PD alla Regione Liguria, sia un fasciocowboy vicino ai neofascisti di CasaPound e teorico ardimentoso dell’«etica dell’eroismo» per la conquista della poltrona. E non c’è da stupirsi che siano finite nell’urna anche preferenze di simpatizzanti di destra e persino neofascisti.

Vi è in fondo una sorta di ironia storica nel fatto che un cowboy come Sergio Cofferati esca dal rodeo delle «primarie» liguri con le ossa rotte: proprio lui che, come sindaco di Bologna, aveva cercato di corteggiare l’estrema destra e di emulare la Lega Nord mandando le ruspe sulle baracche e atteggiandosi a sceriffo xenofobo in nome della «sicurezza»…

Eia eia alla larga!

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