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Da Bolzano a Bologna lo squadrismo paga?

Nelle elezioni comunali di Bolzano i «fascisti del terzo millennio» hanno raggiunto il 6,7% ottenendo tre consiglieri. Senza dubbio il terreno era favorevole, se solo si pensa che nelle elezioni comunali del 1989 l’MSI risultò il primo partito della città. Ma quel che fa oggi la differenza è che i quartieri popolari hanno premiato pestaggi, squadrismo e razzismo.

A Bolzano, lo scorso anno un gruppo di studenti di sinistra è stato aggredito dai neofascisti. E poco dopo il copione si è ripetuto al comizio di Matteo Salvini, con i militanti di CasaPound che si sono scagliati contro chi contestava. A gennaio, il pestaggio di un 17enne per cui è stato rinviato a giudizio Davide Brancaglion, numero tre del gruppo neofascista, che domenica scorsa è stato confermato nel consiglio di zona con oltre 200 preferenze. E candidare i protagonisti di pestaggi e violenze è una strategia perseguita anche altrove.

Accanto allo squadrismo per mettere a tacere l’antagonismo sociale, vi è poi la propaganda xenofoba e populista che in tempi di crisi riesce a ottenere voti, tanto più in una città come Bolzano vicina al valico del Brennero. Né va meglio dall’altra parte del confine: secondo i dati più recenti dell’Ufficio federale di salvaguardia della Costituzione, in Austria le aggressioni e i crimini di gruppi di estrema destra e neonazisti sono aumentati del 40% in un solo anno. E il consenso cresce.

D’altronde, ormai il neofascismo sta dentro l’ingegneria politica dei ceti dominanti proprio in quanto serve a ridefinire lo spazio della «democrazia» in senso autoritario, ed è un elemento che fa sempre più sistema entro il quadro istituzionale.

Basterebbe a dimostrarlo la vicenda bolognese dell’ex Consorzio Agrario. Non solo la Procura di Bologna ha affidato l’immobile sotto sequestro all’ex pugile neofascista Alessandro Lucia per farne una sorta di centro sociale di estrema destra, ma Forza Italia ha ora candidato proprio Alessandro Lucia alle elezioni comunali, e altri neofascisti o «nazionalisti» che gravitano intorno al progetto dell’ex Consorzio Agrario sono finiti in varie liste elettorali della destra. Nel silenzio totale delle istituzioni cittadine…

E basta vedere, sempre a Bologna, la sostanziale identità di vedute tra Merola, Ilaria Giorgetti e Lucia Borgonzoni dinanzi alla prima manifestazione femminista e queer autonoma in Italia prevista per sabato 21 maggio a Bologna…

Non è che Merola o Giorgetti siano fascisti, ma aprono la strada ai fascisti proprio in quanto devastano, con il loro squadrismo delle «regole», la ricchezza sociale di quella parte di città che ancora sogna un avvenire diverso!

Ora e sempre resistenza!

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