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[BO] sab 16 mag: manifestazione antirazzista dei Rom e dei Sinti

Per contrastare la violenta campagna d’odio antizigano promossa in Italia dalla destra leghista e neofascista, anche quest’anno il 16 maggio i rom e i sinti terranno a Bologna una manifestazione nazionale di protesta e di resistenza contro il razzismo.

Il 16 maggio non è una data scelta a caso: il 16 maggio 1944, infatti, nel lager di Auschwitz-Birkenau gli internati sinti e rom si ribellarono ai nazisti.

Il concentramento è alle ore 10 al Museo della Civiltà Industriale di via della Beverara dove con i familiari delle vittime verrà deposta una corona in memoria di Rodolfo Bellinati e Patrizia Della Santina, uccisi il 23 dicembre 1990 dai poliziotti della Uno bianca.

Alle ore 11 il corteo partirà da via Gobetti, poi il percorso toccherà via Fioravanti, via Tibaldi, piazza dell’Unità, via Matteotti e infine arriverà in piazza XX Settembre.

Anche quest’anno il Ku Klux Klan alla bolognese è riuscito a impedire che il corteo entrasse in centro…

Ecco un racconto della rivolta del 16 maggio tratto dal sito dei «Sinti in viaggio per il diritto e la cultura»:

4.000 Rom internati nello zigeunerlager di Auschwitz decisero di opporsi ai loro aguzzini, che secondo programma erano venuti a prelevarli, per condurli nelle camere a gas. Di fronte a un’umanità ridotta in condizioni pietose – formata da nugoli di bambini pelle e ossa, donne e capifamiglia scalzi – si trovava la più potente e organizzata macchina di oppressione morte di tutti i tempi. Non furono solo gli uomini a decidere di non piegare il capo di fronte ai carnefici in divisa; anche le manine ossute dei bimbi e delle donne raccolsero pietre, mattoni, spranghe, rudimentali lame e tutti insieme i Sinti e Rom di Auschwitz dissero: «No!».

«Non vi daremo i nostri piccoli, perché li facciate uscire dai vostri camini. I vostri medici ne hanno già straziati tanti, sperimentando la loro scienza mostruosa su di loro. Le loro urla salivano fino al cielo, più in alto ancora del fumo denso che usciva dai crematori, più in alto ancora delle nostre preghiere. Non annienterete le nostre famiglie, cui avete già tolto i doni preziosi della libertà e della dignità. Non lasceremo alle vostre mani rapaci, ai vostri cuori tenebrosi, al vostro odio disumano la bellezza delle nostre vite, la santità dell’amore che unisce le nostre famiglie in un popolo povero, ma fiero».

Le mamme stringevano al petto i bimbi più piccoli, mentre combattevano; i ragazzini difendevano lo zigeunerlager finché il sangue non li copriva, rendendoli simili agli spiriti della vendetta delle leggende; braccia scure brandivano armi rudimentali in un impeto instancabile, finché le SS si ritirarono, esterrefatte davanti a quell’eroismo, a quel coraggio sovrumano che affrontava le pallottole e le baionette con la carne nuda. Le SS si ritirarono, portando con sé molti cadaveri tedeschi. Solo il 2 agosto 1944 i nazisti – dopo aver ridotto in fin di vita la popolazione Sinti e Rom prigioniera della «fabbrica della morte», limitando al minimo il suo sostentamento alimentare – riuscirono a liquidare lo zigeunerlager. 2.897 eroi Rom furono assassinati in una sola notte nelle camere a gas di Birkenau.

Quasi cinquant’anni dopo a Bologna Questura e neofascismo hanno prodotto una banda di poliziotti che si divertiva a sparare alla gente e festeggiò il Natale del 1990 nel campo nomadi di via Gobetti uccidendo due italianissimi «zingari». Ecco come «Repubblica Bologna» descriveva i fatti:

Hanno riso in faccia alla vecchia zingara che li invitava a scaldarsi al fuoco. Sono scesi dalla Uno bianca senza quasi varcare l’ingresso del campo, poi hanno sparato, appoggiati al tettuccio della vettura come tiratori abili e ben addestrati: hanno fatto fuoco a ripetizione con una calibro 7.62, probabilmente una carabina M1, comunque un’arma militare. Bellinati è caduto di fianco al suo furgoncino Ape su cui stava caricando rottami di ferro da vendere. Patrizia Della Santina si era affacciata al finestrino della sua lunga roulotte biancazzurra: le hanno mirato al viso, sono dei professionisti, ripetono i familiari. Due proiettili anche per una bimba di 4 anni, Sara Bellinati, e una slava di 34, Lerje Lukaci, ora fuori pericolo all’ospedale Maggiore. Poi una tranquilla fuga sulla Uno, forse la stessa usata per un altro blitz armato, l’11 dicembre, nel campo zingaro di Santa Caterina, all’estrema periferia. Sabato scorso invece viaggiavano su una Golf nera gli sparatori di Borgo Panigale, che nel piazzale di un supermercato hanno preso di mira, per fortuna riuscendo solo a ferirli, due lavavetri marocchini. Prima ancora, a settembre, un assalto agli extracomunitari che dormivano in auto nel periferico quartiere del Pilastro.

Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia forse non avranno carabine o altre armi, ma la loro ideologia d’odio è la stessa della destra di allora.

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