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L’incidente lo vogliono loro. Con la necessaria resistenza di sabato e al fianco di Teo!

Noi abbiamo visto le pozze di sangue sul selciato dopo la prima, violentissima carica della polizia sabato scorso.

Noi abbiamo letto le cronache locali che, per mesi e mesi, hanno invocato «guerra» e «tolleranza zero» contro forme di lotta pacifiche e ragionevoli, incoraggiando la polizia a esercitare prevaricazioni e violenze.

Noi sappiamo che gran parte delle forze dell’ordine sono da anni vicine alla destra e all’estrema destra. Ieri erano i poliziotti assassini della Uno Bianca, erano i torturatori della Scuola Diaz e di Bolzaneto che ci facevano cantare «Faccetta nera», sono quelli che hanno ucciso di botte Federico Aldrovandi, Riccardo Rasman, Aldo Bianzino, Giuseppe Turrisi, Stefano Brunetti, Niki Aprile Gatti, Manuel Eliantonio, Giuseppe Uva, Stefano Frapporti, Francesco Mastrogiovanni, Simone La Penna, Bledar Vukaj, Stefano Cucchi e tanti altri…

Chi oggi a Bologna sta innalzando il livello dello scontro è la Questura e il sindaco Virginio Merola. Lo fanno perché ciò rende loro più facile gestire le emergenze sociali come questioni di ordine pubblico. Ed è anche un modo semplice ed efficace per isolare la protesta dal disagio diffuso.

Secondo questa logica cinica e violenta, la Questura ha autorizzato un corteo di Forza Nuova in centro città con neonazisti provenienti da tutto il Nord Italia. Quando il Questore accusa i movimenti sociali di «cercare l’incidente», non fa che imputare ad altri la sua misera strategia di normalizzazione.

Se il corteo non si fosse autodifeso in Piazza Cavour, avremmo subìto un’altra carica violenta e avremmo avuto soltanto altre teste rotte, senza che ciò facesse nemmeno notizia sulla stampa borghese.

Teo è un compagno che tutt* noi conosciamo e a cui va tutta la nostra solidarietà per il processo sommario che ha dovuto subire. Una solidarietà che si è espressa fin da subito sotto la Questura, domenica sotto il carcere della Dozza, e oggi davanti al Tribunale che, condannandolo, ha voluto dare un «esempio» solo per coprire la pessima gestione della piazza da parte della polizia e della Questura.

Di fronte alla violenza delle istituzioni, ci appare ridicola la figura di Virginio Merola che vorrebbe impartire lezioni su che cosa sia l’antifascismo senza aver mai detto nulla in passato sull’attivismo neofascista di CasaPound o sulle ricorrenti manifestazioni di neonazisti calati da Lombardia e Veneto per «riprendersi Bologna».

A Teo, agli e alle antifascist* ferit* la nostra vicinanza e solidarietà!

Non un passo indietro!

Nodo sociale antifascista

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2 Responses

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  1. Tom says

    Guarda che il fatto è che la campagna elettorale di Merola per il 2016 è già partita e il problema per lui è quello di ottenere voti a destra e accreditarsi come un sindaco “di sinistra” ma anche un po’ fascistoide e leghista. Altre volte il fatto di andar sotto allo schieramento di polizia ha prodotto solo qualche manganellata, non una reazione di tale violenza e sadismo.
    Riguardo a far pubblicità ai raduni neofascisti con camerati dalla Bassa o dal Veneto, un tempo quando si faceva sempre finta di niente poi ci si trovava con la “caccia al compagno” per le vie del centro e insulti e sberle a chi reagiva alle provocazioni.
    Per me è stato importante che il corteo si sia difeso e che, anche dopo, vi sia stata coesione, cosa che è già un notevole risultato perché implica la coscienza dei problemi che ci stanno di fronte. Nella debolezza attuale di tutto, non è poco. Poi ci saranno anche strategie migliori ma non quella di restare in silenzio.

  2. Nicola says

    Raramente ho letto articoli tanto miopi.
    La carica nella quale ci sono stati i ferimenti più gravi è stata provocata ciecamente da un ridicolo avanzamento della linea per cercare di far indietreggiare il muro di Polizia.
    Una strategia assolutamente bambinesca, degna dei migliori kamikaze.
    Quei decerebrati impotenti di Forza Nuova non avrebbero fatto la minima notizia, sulla “stampa borghese”, se la contromanifestazione non avesse avuto la forma che ha avuto.
    Anzi, anche l’idea di “contromanifestare” finisce, ormai da decine di anni, per rivoltarcisi contro.
    L’evoluzione si ha quando si impara dagli sbagli, ed ancor più quando si guardano i risultati.
    In questi ultimi anni di lotta, non riesco a vedere risultati, ma solo continui, ripetuti ed identici sbagli.
    Sbagli che da una parte contribuiscono a legittimare, nell’opinione pubblica, la Polizia vergognosa e criminale che abbiamo, e dall’altra non portano alcun risultato.
    Gli slogan sono sterili, se non supportati da strategie vincenti.