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Stato, sicurezza, terrorismo

In un’intervista recente Giorgio Agamben riflette sulle politiche «securitarie», sulla fascistizzazione dello Stato e sulla depoliticizzazione della nozione di «cittadinanza». Eccone alcuni estratti tradotti dalla versione francese.

Dopo lo shock del massacro nella redazione di «Charlie Hebdo», la classe politica parla molto del «diritto alla sicurezza». Dobbiamo essere cauti?

Invece di parlare della libertà di stampa, dovremmo piuttosto preoccuparci per le ripercussioni che le reazioni agli atti terroristici hanno sulla vita quotidiana dei cittadini e sulle libertà politiche, su cui pesano controlli sempre più pervasivi. Pochi sanno che la legislazione in materia di sicurezza nelle democrazie occidentali – per esempio in Francia e in Italia – è assai più restrittiva di quella che era in vigore nell’Italia fascista. Come abbiamo visto in Francia con il caso Tarnac, il rischio è che ogni dissenso politico radicale sia classificato come «terrorismo».

[…]

Per capire l’unità sistemica che si è prodotta fra Stato e terrorismo, non dobbiamo dimenticare che le democrazie occidentali sono oggi sulla soglia di un mutamento storico del loro status politico. Sappiamo che la democrazia è nata in Grecia nel V secolo attraverso un processo di politicizzazione della cittadinanza. Mentre in precedenza l’appartenenza alla città era definita anzitutto attraverso condizioni e statuti di vario genere (comunità cultuale, nobiltà, ricchezza, ecc.), la cittadinanza, intesa come partecipazione attiva alla vita pubblica, diventa in quel momento il criterio dell’identità sociale.

Oggi stiamo assistendo ad un processo inverso di depoliticizzazione della cittadinanza, che si riduce sempre più a una condizione puramente passiva, in un contesto in cui i sondaggi e le elezioni maggioritarie (divenuti peraltro indistinguibili) vanno di pari passo con il fatto che le decisioni chiave sono prese da un numero di persone sempre più ristretto. In questo processo di depoliticizzazione, i dispositivi di «sicurezza» e l’estensione ai cittadini di tecniche di controllo un tempo riservate a criminali recidivi, hanno giocato un ruolo importante.

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