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Angelo Pellegrino Sbardellotto (Mel, 1 agosto 1908 – Roma, 17 giugno 1932)


È importante ricordare chi si è battuto contro l’oppressione, l’autoritarismo, il fascismo.
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Angelo Pellegrino Sbardellotto (Mel, 1 agosto 1908 – Roma, 17 giugno 1932)

«Io non chiedo agli uomini ricompense d’onore […] chiedo solo che quanti avranno compreso il significato del mio atto, ne seguano l’esempio»

Emigrato a metà degli anni venti in Francia e poi in Belgio, seguendo la campagna per la liberazione di Sacco e Vanzetti sembra avvicinarsi alle idee anarchiche, poi rivendicate in una famosa lettera alla madre del 1928 in cui dichiara che non sarebbe tornato in Italia finché il fascismo avesse governato. Renitente alla leva quindi da arrestare alla frontiera, più volte si introduce in Italia con documenti falsi e l’idea di attentare alla vita di Mussolini. Nel maggio 1932 viene scoperto da un poliziotto con documenti falsi, una pistola e due bombe, quindi arrestato così come la sua famiglia in Veneto. Torturato, confessa di aver tentato altre volte e fa i nomi dei presunti mandanti del gesto (dichiaratisi estranei). Processato dal Tribunale speciale per la Sicurezza dello Stato, viene fucilato alla schiena per la «sola intenzione di uccidere il capo del governo».

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