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Se è «democratico» pregare negli ospedali, perché non protestare nelle chiese?

Alla fine la Curia di Bologna getta la maschera e, dopo aver promosso sul proprio sito web le nove ore di preghiera antiabortista, ora si complimenta con il prefetto:

«Sodano ha chiarito una volta per tutte che è legittima e non va vietata la manifestazione prevista per sabato 13 quando dalle 9 alle 18 si terranno nove ore di preghiera contro l’aborto e a favore del referendum abrogativo della legge 194 promosse dal comitato “No194”».

Secondo la Curia più ricca e più avara del mondo «la questione in gioco, è chiaro, è quella della stessa democrazia».

Ma se è «democratico» pregare negli ospedali, perché non protestare «democraticamente» nelle chiese?

In fondo persino san Tommaso sosteneva che l’anima è infusa da Dio solo quando il corpo del nascituro è perfettamente formato, e quindi l’embrione non è una persona. Secondo il più grande teologo cattolico, dapprima vi è la realtà vegetativa, il «vivum», poi la realtà animale, l’«animal», e dopo circa 45 giorni la realtà umana, l’«homo», che riceve infine l’animazione. Per san Tommaso l’aborto entro certi limiti di tempo risulta del tutto lecito.

Del resto, quest’idea della «vita fin dal concepimento» e della «demografia» è un portato del biologismo nazionalista del Novecento e quindi anche della cultura nazifascista. Né fa meraviglia allora che la diocesi bolognese fiancheggi sempre l’integralismo cattonazista di Forza Nuova. E non dica mai nulla sulle violenze e il razzismo dell’estrema destra.

Per fortuna ora c’è una Favolosa Coalizione antifascista e antirazzista di gruppi, associazioni, collettivi e singole femministe, transfemministe, queer, trans, lesbiche e gay che si opporrà a questa ennesima triste sortita degli ultracattofascioconservatori. Vedi Smaschieramenti e il comunicato delle Mujeres libres.

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