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[BO] In piazza il 2 agosto, la Resistenza continua

Tutto cambia perché nulla cambi: stato violento, fascismo di larghe intese
IN PIAZZA IL 2 AGOSTO, LA RESISTENZA CONTINUA

Dopo tanti anni di depistaggi, di polveroni mediatici, di ridicole commissioni parlamentari, di dietrologie innocentiste e autoassolutorie, di menzogne e «piste alternative», oggi il ricordo della strage neofascista del 2 agosto 1980 appare sempre più lontano, sfuocato e quasi rimosso.

Mentre un governo di «larghe intese» persegue un progetto di normalizzazione autoritaria degno del sogno gerarchico della destra, quale memoria potrà esservi della «strategia della tensione» e della violenza neofascista delle stragi? Quali parole di verità possono mai venire da chi abita il «cuore torbido delle istituzioni»?

Quei morti sono soli, nell’ombra.

Anno dopo anno, lo Stato ha sempre promesso di far luce sulla «verità», ma ormai la cosa non ha più alcuna rilevanza. A quest’ora i mandanti istituzionali delle stragi saranno senz’altro morti, con la loro buona coscienza di «servitori dello Stato». E i neofascisti dei NAR, che misero la bomba alla stazione di Bologna, adesso sono liberi e soddisfatti.

Negli ultimi trent’anni lo Stato ha vergognosamente assolto quasi tutti i neofascisti di Ordine Nuovo coinvolti nelle stragi: Pino Rauti, Franco Freda, Giovanni Ventura, Delfo Zorzi, che, riparato in Giappone, ha voluto assumere il nome di «Hagen Roi», ossia Croce Uncinata. E ci sono voluti ben 41 anni per condannare gli ordinovisti Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte per la strage di Brescia del 1974, un neofascista e un uomo legato ai servizi segreti, entrambi ormai anziani. Nessuna verità, invece, sui mandanti e sul coinvolgimento delle gerarchie dello Stato.

La sola verità che abbiamo è affidata a un vecchio slogan che andrebbe inciso su tutte le lapidi delle 14 grandi stragi italiane: «Le bombe nelle piazze, le bombe nei vagoni, le mettono i fascisti, le pagano i padroni».

Di qui bisogna ripartire.

Dalla strage di piazza Fontana del 1969 a quella di Bologna del 1980, l’Italia ha sperimentato dolorosamente una lunga «strategia delle stragi» condotta da uomini degli apparati più coperti dello Stato e da neofascisti da essi personalmente organizzati, indirizzati, finanziati e protetti.

Quella violenza non è mai scomparsa, ma si è diffusa, trasformata, affinata, per essere più efficace e più pervasiva.

È iscritta in una politica sempre più feroce e sempre più impunita, la cui ipocrisia è un oltraggio alle vittime e alla verità storica.

È insita in una cultura autoritaria, nazionalista e neocoloniale promossa dallo Stato, che non ha mai smesso di generare morte e dolore.

È in quelle istituzioni «democratiche» che considerano omofobia, sessismo e razzismo come «opinioni» a cui va garantito spazio e agibilità pubblica.

È nelle forze dell’ordine che continuano a mostrarsi acquiescenti e talora conniventi con le azioni squadriste dei neofascisti e con le provocazioni di integralisti cattolici, leghisti o criptofascisti.

È nella violenza degli sgomberi, degli sfratti e dello sfruttamento sempre più esasperato, che uccide le persone più fragili e marginali.

Proprio le tante violenze e bugie di Stato ci consegnano oggi un paese impaurito, corrotto, ipocrita, perbenista, razzista, sull’orlo ormai di uno sfacelo civile senza ritorno.

Parteciperemo e invitiamo a partecipare al corteo che domenica 2 agosto raggiungerà la Stazione di Bologna per rilanciare la necessità e l’urgenza di una società altra, libera da paura e terrore. Un mondo diverso, migliore e possibile, se lo desideriamo e costruiamo insieme.

La resistenza continua!

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