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[Bologna] Piccole squadrette razziste

Da alcuni mesi il centro di Bologna è teatro di “piccole” incursioni razziste, dalle scritte a favore dello stragista norvegese («Breivik eroe anticoloniale») fino a insulti, minacce e spintoni contro ambulanti stranieri, a chi danneggia la loro merce, a chi butta per terra e calpesta i fiori che vendono, a chi spegne le sigarette su di loro, sulle mani, in testa, e ovviamente la cosa non fa notizia neppure in cronaca locale. Come in altre città, si tratta spesso di squadrette di neofascisti e/o simpatizzanti di Forza Nuova, le cui imprese vengono costantemente banalizzate, spoliticizzate o ignorate dai media e dalle istituzioni.

Ora si apprende da Indymedia Emilia Romagna che anche fra il 7 e l’8 dicembre una banda neofascista continuò per 4-5 ore a compiere atti di violenza razzista e sessista intorno a via del Pratello prima che un cameriere di 47 anni passasse all’autodifesa ferendo a una gamba il neonazista Vincenzo Gerardi con un colpo di pistola.

Vincenzo Gerardi fa parte di quell’ambiente naziskin che gravitava intorno a Forza Nuova ed è noto per ripetuti, violentissimi pestaggi, come quello contro un gruppo di studenti in Piazza della Mercanzia perché avevano un look da alternativi.

Già nel 2003 Vincenzo Gerardi organizzava una spedizione punitiva contro un ragazzino marocchino che aveva risposto ai soliti insulti razzisti: il giovane migrante finisce con ossa e denti rotti.

Nel 2007 Gerardi viene inquisito assieme a una trentina di naziskin per una serie di aggressioni a sfondo razzista e per aver costituito «un’associazione ispirata all’ideologia nazifascista e finalizzata all’incitamento dell’odio razziale». Come al solito, quasi tutti i naziskin saranno assolti e viene revocato pure il reato associativo.

Così lo descriveva “Repubblica” nel 2008: «Vincenzo Gerardi per esempio è il perfetto “border line”: viaggia tra Forza Nuova, di cui è un attivista convinto, e skin heads, una quarantina di “fuoriusciti” dal partito».

Riproduciamo il documento del Collettivo Malasorte:

A TUTTE LE COMPAGNE ANTIFASCISTE
A TUTTI I COMPAGNI ANTIFASCISTI

La sera dello scorso 7 dicembre si sono aggirati per ore (4 o 5 ore!), nel comprensorio di Via del Pratello, tre loschi personaggi provenienti dagli ambienti dell’estrema destra FASCISTA che, da varie testimonianze oculari, risultano aver messo in atto comportamenti assolutamente CONTRARI ALLA DIGNITÀ INDIVIDUALE della popolazione, storicamente antiautoritaria, della zona in questione; si parla, in particolare di donne (cui sono stati rivolti epiteti quali “puttana comunista”) ed immigrati (ad uno dei quali pare addirittura sia stata spenta una sigaretta in testa!).

Questo fino a quando, verso le 3 della stessa notte, un compagno, esasperato da quello spettacolo indegno, ha deciso di porvi fine sparando un colpo d’arma da fuoco che ha colpito uno dei suddetti individui alla gamba.

Riportiamo pubblicamente questi fatti poiché sembra incredibile, a chi ha vissuto lungamente la città di Bologna, che non si sia riusciti a trovare una soluzione più tempestiva e partecipata che non tollerare per lunghe ore ed aspettare che un compagno si giocasse la libertà vedendosi costretto ad ingaggiare una solitaria lite conclusasi con un colpo d’arma da fuoco. Via del Pratello è da lunghissimo tempo una roccaforte del pensiero antifascista, degli stili di vita antiautoritari, dell’organizzazione del dissenso, della libera socialità: NON PUÒ NÈ DEVE TOLLERARE CHE FATTI DEL GENERE SI RIPETANO, è necessario uno sforzo d’autocritica e d’organizzazione.

In questi frangenti ci troviamo a dover porgere all’unica persona che sia riuscita a fare qualcosa quella notte (e che ora si trova in stato di carcerazione preventiva) la nostra più sentita solidarietà: a ben vedere la responsabilità per la sua prigionia è anche di tutti noi. Quando ci sottraiamo all’organizzazione collettiva per resistere a chi non ha rispetto per l’altrui libertà, diversità, individualità ci rendiamo responsabili delle conseguenze drammatiche che, in un modo o nell’altro, ciò potrà causare.

Pensiamo che Via del Pratello non possa essere solo aperitivi: la libertà va difesa con costanza, non può essere vissuta solo nelle circostanze e nei modi più comodi e leggeri ma anche nelle sue necessarie implicazioni di lotta.

Collettivo Malasorte

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