Non c’è che dire. Oggi il premio al “Reazionario pleonastico” andrebbe certo conferito all’onorevole Fabio Garagnani.
Dopo aver invocato stizzosamente l’intervento della polizia e dell’esercito per impedire eventuali fischi contro le autorità durante la commemorazione della strage del 2 agosto; dopo aver accusato di «vilipendio della Repubblica» e di «atteggiamenti potenzialmente eversivi dell’ordine democratico» il presidente dell’Associazione delle vittime del 2 agosto Paolo Bolognesi; eccolo ora impavido con un’interpellanza al Ministro dell’istruzione in merito ai testi di storia adottati nei licei Galvani, Minghetti e Sabin di Bologna.
Secondo Garagnani in tali libri «sono del tutto trascurati, soprattutto per quanto riguarda la regione Emilia-Romagna, gli anni che vanno dal 1945 al 1948, nei quali la violenza di sinistra insanguinò tutta la realtà regionale, mentre si enfatizza il ruolo della Resistenza e dell’allora Pci».
Già, sarebbe giusto illustrare ai giovani il tradimento della lotta partigiana fra il 1945 e il 1948, quando dopo la Liberazione i fascisti che avevano commesso crimini documentati ebbero subito l’amnistia (assassini, torturatori, stupratori, persecutori di ebrei, speculatori, criminali di guerra, ecc.) e i partigiani subirono persecuzioni legali a non finire.
Comunque, per coerenza, l’«onorevole» dovrebbe forse dimettersi dal Parlamento visto che la Costituzione a cui egli ha giurato fedeltà è proprio «nata dalla Resistenza»…