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Chi siamo

Raccogliamo il testimone.

Abbiamo preso parte, chi per un percorso lungo tre anni, chi per tratti più brevi, alla travagliata esistenza dell’Assemblea Antifascista Permanente, e pochi giorni fa abbiamo in tutta serenità deciso di porvi termine.
Riteniamo tuttavia ancora attuali e preziose le analisi, le sperimentazioni, il saper fare, la rete di relazioni e contaminazioni che hanno animato quel progetto.
Niente che ci possiamo permettere di disperdere.
Dunque ripartiamo, mantenendo ben saldo il timone sull’autonomia dalle strutture gerarchiche e dall’ordine del discorso del governo dei viventi, e sull’autorganizzazione sociale come metodo e come orizzonte di trasformazione dell’esistente.

Ci costituiamo qui e ora come Nodo Sociale Antifascista.


Nodo
in quanto si vuole parziale e partigiano elemento di una rete, da costruire e coltivare, all’interno della declinazione bolognese di un movimento internazionale per l’opposizione radicale all’assetto contemporaneo della politica e dell’economia globale, nel quale comprendiamo la lotta antifascista.
Crediamo sia fondamentale mantenersi in contatto e relazione con le altre realtà di movimento, dagli spazi autogestiti alle reti attive contro razzismo e eterosessismo, e lavorare per una comune capacità di rapida mobilitazione antifascista.

Sociale
poiché è alla società che vogliamo parlare, nonostante ci si debba confrontare con un tessuto disastrato, in cui la risposta al rapido deterioramento delle condizioni di vita prodotto dalla corrente crisi economica tende diffusamente a racchiudersi nella paura e nell’intolleranza.
Questa involuzione però non fa degli oppressi i complici della propria miseria, né è analizzabile a prescindere dal dato storico di secoli di egemonia culturale ancor prima che dominio materiale. Un’egemonia oggi tenace ma non certo inscalfibile, e a cui dal basso vogliamo opporci.

Antifascista, senza alcun timore di anacronismo. Quella che Luigi Fabbri, nella lucida e lungimirante analisi dell’ascesa del fascismo nella già rossa Bologna del 1921, e Herbert Marcuse e Daniel Guerin dopo di lui chiamano “controrivoluzione preventiva”, si è già riproposta in nuove forme nella strategia della tensione rapidamente dispiegata in reazione alle insorgenze degli anni Settanta, e torna nell’odierna strategia della paura.
Quella che oggi si declina nelle morti di Stato fuori e dentro le carceri, nelle legislazioni xenofobe emanate dai governi quanto dalle amministrazioni locali, nella barbarie dei respingimenti in mare, nell’esasperazione della retorica securitaria, nel sospetto diffuso ad arte verso qualunque devianza dal paradigma uniformante della famiglia bianca, cattolica, patriarcale e patriottica.
Quella da cui trae linfa e agibilità la riorganizzazione delle formazioni dichiaratamente neofasciste, comprese quelle che si travestono da avanguardia culturale e mistificano lo squadrismo nella mitologia del sogno generazionale, l’antisemitismo nella “lotta all’usura”, la svastica nella tartaruga.

Ed è proprio da “La Controrivoluzione preventiva” di Luigi Fabbri che ripartiamo. Ci incontrerete presto a presentarne la recentissima riedizione per i tipi di Zero in Condotta, che restituisce al pubblico un’opera scomparsa da ventiquattro anni dalle librerie, progetto editoriale realizzato dall’AAP e di cui ci assumiamo ora l’eredità.
Prendono il via oggi inoltre le pubblicazioni del nuovo blog Staffetta (www.staffetta.noblogs.org), sul quale ci proponiamo di dare continuità al lavoro di monitoraggio, mappatura e controinformazione antifascista, antirazzista e antisessista avviato dal blog AAP.

Raccogliamo il testimone e ci rimettiamo in marcia, chi voglia unirsi a noi è il benvenuto.

Bologna, 18 gennaio 2010

Nodo Sociale Antifascista

www.staffetta.noblogs.org – staffetta at riseup punto net