Ci mancava una bella ciliegina avariata sopra la torta stomachevole della campagna elettorale!
E ce l’ha messa Matteo Salvini giurando solennemente addirittura sul Vangelo e gridando «Siate apostoli!» con di fronte, fra l’altro, una bella bandiera dei nazisti statunitensi, tanto per non farsi mancare nulla.
Brandendo un rosario e un Vangelo, ha ripetuto tre volte in piazza «Io lo giuro… lo giurate insieme a me!» e la piazza ha urlato sìììì, prima glita gliani…
Peccato che Salvini non abbia mai letto il Vangelo altrimenti saprebbe che Gesù parla dei giuramenti come strumento di menzogna che viene inequivocabilmente dal demonio:
Io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran Re. Non giurare neppure per il tuo capo, poiché tu non puoi far diventare un solo capello bianco o nero. Ma il vostro parlare sia: «Sì, sì; no, no» poiché il di più viene dal maligno.
(Matteo, 5, 34-37)
Ma anche senza le parole di Gesù, ci vuole davvero poco a intendere quella lingua perfida e biforcuta di Salvini. È quella del clericofascismo di sempre. Chi semina vento, raccolga tempesta!