Oggi l’indifferenza e la rassegnazione sono un po’ il segno di un clima civile sempre più deteriorato. Lo si è visto col recente pestaggio di un ragazzo gay in centro, sotto gli occhi di tante persone che non hanno fatto nulla. Non è però solo un fatto di episodi di violenza, ma qualcosa che si respira ogni giorno, nelle situazioni più quotidiane. Per la nostra rubrica di Posta pubblichiamo una mail che abbiamo ricevuto invitando tutt* a segnalare ogni evento di qualche rilievo alla mail staffetta at riseup punto net.
Ciao, sono rientrato a Bologna… Giusto il tempo di farmi un giro sull’autobus e trovarmi davanti un simpatico omino con la maglietta di «Terra dei Padri». Era di spalle, quindi sono andato a bussare sulla spalla e chiedergli se sapesse cosa avesse addosso. Lui si gira e con spavalderia mi guarda e mi dice: – Sì, sono fascista, qual è il problema? Era palesemente un soggetto con qualche disagio, quindi non ho naturalmente infierito sulla persona se non dicendogli che sarebbe il caso che non girasse con magliette neofasciste.
Lui ha approfittato della porta aperta per una fermata, è uscito e se n’è andato… Ma la parte più rilevante è stata la discussione con l’intero autobus: gli unici italiani a parlare erano un po’ infastiditi per il disagio creato, mamme con bambini che si lamentavano di voler solo stare tranquille e di non aver nulla da dire a chi non la pensa come loro, un’altra persona che riconosceva l’importanza dell’antifascismo, ma – non so perché, non ne ho veramente idea, ero anche vestito un po’ elegante – ha iniziato a parlarmi della violenza dei Notav, dicendo che se i Notav fanno violenza diventano come i fascisti. Vi giuro non ho idea del perché abbia tirato fuori questo argomento…
L’autobus era pieno stipato, si trattava dell’11, quindi fondamentalmente perlopiù tutti stranieri che non hanno detto una parola e anzi si sono anche un po’ lamentati.
Questo giusto per raccontare quanto in realtà non sia poi così percepito il problema… L’unica un po’ solidale è stata una signora dell’est che mi ha guardato e mi ha detto: – Bravo, hai fatto bene. Per il resto una tristezza disarmante…
Vabbè a presto…