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Rifondazione alla deriva nazionalpopulista

Pensare la rivoluzione sociale vuol dire anche evitare equivoci, storture, trappole e inganni. Perché avvelenare i pozzi della rivoluzione sociale è sempre stata una tecnica del potere borghese. Riceviamo e condividiamo quest’analisi riguardo alle attuali derive sovraniste e nazionalpopuliste.

Rifondazione alla deriva nazionalpopulista

E ora la cosa più importante! In tutti i centri industriali e commerciali dell’Inghilterra vi è adesso una classe operaia divisa in due campi ostili, proletari inglesi e proletari irlandesi. L’operaio comune inglese odia l’operaio irlandese come un concorrente che comprime il tenore di vita. […] Questo antagonismo viene alimentato artificialmente e accresciuto dalla stampa, dal pulpito, dai giornali umoristici, insomma con tutti i mezzi a disposizione delle classi dominanti. Questo antagonismo è il segreto dell’impotenza della classe operaia inglese, a dispetto della sua organizzazione. Esso è il segreto della conservazione del potere da parte della classe capitalistica. E quest’ultima lo sa benissimo.

Queste le parole di Karl Marx a Sigfried Meyer e August Vogt in una lettera datata 9 aprile 1870. Sostituite italiano, od occidentale, ad inglese, immigrato ad irlandese e paesi arretrati ad Irlanda e la verità di queste parole emergerà più attuale che mai. Dirottare contro gli immigrati e le minoranze etniche la frustrazione e la rabbia sociale  dei lavoratori e dei disoccupati italiani, causata dalle politiche neoliberiste dei vari governi di destra e centro-“sinistra” che si succedono, è oggi strumento privilegiato della borghesia per dividere il proletariato dei paesi imperialisti a capitalismo avanzato meta di immigrazione dai paesi che queste stesse potenze imperialistiche depredano e invadono commercialmente e militarmente, e per tutelare i propri interessi di sfruttamento. Uno strumento particolarmente caro all’estrema destra, in Italia in primis la Lega, parte di una destra radicale sempre più sdoganata, ma utilizzato anche dalla borghesia liberale e dalla parte politica che la rappresenta, come dimostra il corso minnitiano del PD.

Ai mezzi a disposizione delle classi dominanti ai tempi di Marx si aggiunge oggi nel nostro paese, in tempi di pesante egemonia culturale della destra e di conflitto tra fazioni distinte della borghesia, l’appropriazione e l’adulterazione di elementi del pensiero marxista operate da intellettuali e propagandisti di destra, come Diego Fusaro ed una tutt’altro che trascurabile trama nera di pagine Internet di stampo filobombacciano, esemplificata da siti come Oltre la Linea, definita dal suo stesso stafferede naturale di Azione Culturale”, pagina che si dichiarava dedicata alla rielaborazione “delle grandi ideologie del Novecento” fondata da un giovane imprenditore filoleghista, creatore altresì della tutt’ora attiva pagina satirica La Via Culturale, tale Alessandro Catto, presidente del consiglio di amministrazione di Politica è Comunicazione, azienda che si occupa di marketing e propaganda politica. Professionisti in quanto a creazione di egemonia culturale, insomma. È chiaro  quali grandi ideologie, in realtà incompatibili tra loro, costoro hanno in mente ed è lunga la storia dei tentativi della reazione di conquistare elementi coscienti del proletariato utilizzando maschere socialisteggianti, una miscela incoerente di elementi di destra e sinistra, che già il cosiddetto nazional-“bolscevismo” à la Otto Strasser, l’ala “sinistra” del nazismo, tentò di proporre dall’interno di un movimento, già di per sé dedito all’appropriazione di linguaggio e immaginario socialista, come quello nazional-“socialista” e che oggi, sotto la cappa dell’egemonia culturale della destra xenofoba, trova il clima ideale per rifiorire e permettere alla destra di conquistare parti di elettorato soprattutto deluso dal PD sensibili al linguaggio marxista, oltre ad infettare e sterilizzare il poco che esiste di sinistra di classe in Italia. Su Oltre la Linea e pagine simili hanno recentemente pubblicato un’eccellente articolo compagni del collettivo Wu Ming e de La Città Futura.

Ma non sono solo propagandisti consci di appartenere alla parte politica opposta a quella dei marxisti a fare da cavallo di Troia per l’egemonia culturale della destra radicale e per il pensiero unico anti-immigrati tra quel che rimane della sinistra in Italia. Enormi responsabilità in questo senso hanno infatti non pochi esponenti della presunta sinistra radicale.

RADICAL COME CASAPOUND O COME LA LEGA?

Radical chic è il titolo di un libro scritto proprio da Alessandro Catto, esattamente lo stesso insulto ripetitivo e senza di fantasia alcuna con cui la martellante propaganda borghese della destra radicale apostrofa chiunque non sia identificabile con la plebe all’opra china desiderabile e desiderata dalle classi dominanti, ignorante, deprivata di ogni coscienza di classe, prona al volere di sua maestà il capitale, ma schiumante odio per gli altri sfruttati nati in paesi dissanguati o bombardati dall’imperialismo del proprio paese. Sostanzialmente sinonimo è buonista, cioè presuntamente “troppo buono” nei confronti degli altri oppressi, su cui il “vero” uomo del popolo voluto dalla borghesia reazionaria dovrebbe sfogare la rabbia che essi meriterebbero di vedere sfogata su di sé. Non importa che siate lavoratori salariati e lavoriate fianco a fianco di lavoratori immigrati e chi vi insulta così siano padroni, politicanti di mestiere, giornalisti o intellettualoidi ben pagati: voi sarete etichettati come radical chic, essendo per loro il problema, ovviamente, non il chic, ma il radical, a meno che non siate radicali a destra. Se infatti, come il giovane imprenditore fondatore di Azione Culturale, siete radicali, ma non a sinistra, non sarete disprezzati dal pensiero unico salviniano né chiamati radical chic. Così come non lo è la prof.ssa Anna Bono, autrice di un libro intitolato Migranti?! Migranti?! Migranti?!, che sostiene che le persone che rischiano la vita sui barconi non siano poveri e disperati.

E vi sarà perdonato persino il vostro passato a sinistra se reclamizzerete un libro del genere davanti a platee di gente schiumante contro i migranti, come fa l’ex parlamentare Ugo Boghetta, membro della direzione nazionale del Partito della Rifondazione Comunista fino al 2016. Sì, Rifondazione Comunista. Dal Partito della Rifondazione Comunista – in sigla PRC – Boghetta adesso è uscito, ovviamente non cacciato né ostracizzato come avvenuto a parecchi della sinistra interna a quel partito, ma mentre siedeva nella direzione nazionale di Rifondazione, precisamente nella primavera del 2016, attaccava la nascente Sinistra Italiana da destra, rimproverandole di essere presuntamente “buonista” in relazione al tema dell’immigrazione in un articolo, intitolato Contro il sinistrismo, apparso, oltre che sul sito della federazione biellese del PRC, per lo più su pagine di estrema destra, come ad esempio il blog di Konrad Strauder e la pagina della citata Azione Culturale, alle quali non ci è dato sapere per quali vie sia arrivato. Salvo poi apparire oggi alle iniziative “patriottiche” di Fassina con un intervento che contesta il diritto di migrare, lo ius migrandi, dal Terzo Mondo ai paesi imperialisti perché migrare è quanto fecero i conquistadores nella Americhe… E nello stesso anno, il 2016, sempre da dirigente nazionale del PRC, non si faceva mancare di pubblicizzare iniziative di una sua associazione sull’interesse nazionale, tenute a Bologna, con Fausto Biloslavo, giornalista de Il Giornale già militante del Fronte della Gioventù dell’MSI, arrestato per reticenza come teste nell’ambito delle indagini sulla strage avvenuta nella stessa città.

Per vedere come reagiscano vari esponenti di Rifondazione alla propaganda del loro ex dirigente nazionale a favore di questa Anna Bono è sufficiente dare un’occhiata al post dove Boghetta pubblicizza Migranti?! Migranti?! Migranti?!, come in molti mettano mi piace, come il responsabile dell’organizzazione della federazione bolognese di Rifondazione, la stessa di cui faceva appunto parte Ugo Boghetta, tale Alessandro Latella, polemizzi a difesa del suo ex collega di partito o come il segretario federale versiliese del PRC, membro dell’esecutivo nazionale della sezione giovanile del partito, i Giovani Comunisti, del collegio nazionale di garanzia – l’organismo disciplinare famoso per la sua durezza con le opposizioni interne di sinistra! – e chissà di che altro ancora, tale Nicolò Martinelli, prenda le difese di “chi osa proporre una tesi diversa” dalle posizioni storiche della sinistra. Per questo giovane “comunista” “osare” – che coraggio! – proporre tali tesi non sarebbe roba da Casa Pound, così come è tanto scorretto supporre che non lo sarebbe per gli altri dirigenti rifondaroli che mettono mi piace al suo commento, tra cui altri appartenenti al coordinamento nazionale della sezione giovanile del partito come un tale Riccardo Gandini e più attempati esponenti di Rifondazione come il senese di adozione – ius migrandi solo per gli italiani?- Francesco Nicola Radogna e Virginio Pilò, fino a tempi recenti dirigente membro del collegio federale di garanzia bolognese, come attesta l’elenco delle adesioni al manifesto dei comunisti per Tsipras?

In effetti bisogna riconoscere che Anna Bono festeggia il compleanno con una torta con il disegno non della tartaruga, bensì di Alberto da Giussano con il simbolo della Padania.

L’INVASIONE

Da comunisti ci siamo opposti e sempre ci opporremo ad ogni guerra imperialistica, ovviamente compresa quella contro la Libia del 2011, ma ciò non impedisce di non rimpiangere affatto gli accordi che Roberto Maroni stipulò con il governo libico affinché questo mandasse a morire nel deserto i migranti per mettere argine a quella che i leghisti chiamano “invasione”. Invece un appello di Ugo Boghetta, condiviso su Facebook dal già citato responsabile dell’organizzazione del PRC bolognese, mette sotto accusa i responsabili di quella ripugnante guerra imperialistica in quanto, in seguito ad essa, venuta meno la funzione di filtro che la Libia faceva nei confronti di quella che Boghetta chiama “invasione”. Se vi balenasse per la testa che costui si stesse prendendo gioco del tipico linguaggio dei leghisti, il suo discepolo Latella ci chiarisce con un post che Boghetta non scherzava, oltre a precisare che a mettere a repentaglio la propria vita sui barconi sarebbe ceto medio. Ci chiediamo se il suo vitalizio possa lasciare Boghetta al di sotto del ceto medio tenendolo al riparo da questo rischio.

IDENTITÀ MINACCIATE

Nonostante le invettive contro il non meglio definito sinistrismo, Boghetta si dichiara comunque di sinistra in un post su Facebook, nel senso che per costui la difesa dell’identità (nazionale? etnica? quale altra?) dalle migrazioni “di massa” non sarebbe esclusiva della destra. A parte il fatto che l’unica “sinistra” che si pone questo obiettivo che ci venga in mente è l’ala sinistra dell’estrema destra, abbondano, come ormai il lettore si può aspettare, i rifondaroli che mettono mi piace o difendono il post, come il dirigente bolognese e Virginio Pilò ed il senese Francesco Nicola Radogna che mettono like a tale post dai toni nazional-identitari e pure alla citata réclame di Migranti?! Migranti?! Migranti?!, o l’ormai noto Latella, uno, che ci illustra che, secondo lui, il fatto che gli stranieri non rubano il lavoro agli italiani era vero fino ad alcuni anni fa”. Ricordiamo che la negazione della negazione è un’affermazione. Pensate come questi bolognesi e senesi che un leghista vecchio stampo direbbe “solo d’adozione” avrebbero giustamente reagito se qualche autoproclamato comunista li rimproverasse di rompere l’identità emiliana o toscana immigrando al centro-nord, o gli avesse detto che non è vero che non rubano il lavoro ai centrosettentrionali.

Un’identità della distruzione della quale ci potremmo al limite preoccupare è piuttosto quella comunista del partito che dà loro spazio, se non sapessimo che è già annichilita. Se non prima, oggi definitivamente da questa deriva. Per i post che condivide il dirigente locale rifondarolo Latella i no borders sarebbero imbecilli. Come definire, non dal punto di vista delle facoltà intellettive, ma da quello delle posizioni politiche, questi individui e il partito che li promuove ai ranghi che occupano?

BUFALE CONTRO I MIGRANTI

Com’è evidente a chiunque abbia un account su qualche social network, il pensiero unico xenofobo si nutre di bufale. Bufale che Boghetta si poteva far mancare di diffondere dichiarando che in Africa occidentale non ci sarebbero siccità, miserie e guerre? Non mancano naturalmente i like di suoi seguaci rifondaroli come il consueto suo follower Radogna, uno che mette mi piace pure a un post in cui viene condiviso – dall’ex dirigente locale civitavecchiese del PRC Fabrizio De Paoli, che quando era in Rifondazione non faceva che spammare in rete sostanzialmente le stesse cose che spamma oggi – un articolo secondo cui “il giro di vite di Trump sull’immigrazione clandestina sta provocando un aumento dei salari nell’edilizia”. Quindi secondo questo articolo non sarebbero i padroni che abbassano i salari, ma gli immigrati “clandestini”.

Nei più tipici post virali di Facebook contro gli immigrati non possono mancare la colpevolizzazione degli sfruttati immigrati di fare concorrenza agli sfruttati indigeni, nonché dei volontari delle ONG impegnati nei soccorsi ai migranti naufragati, ritenute, dal fascioleghista tipo, colpevoli di salvare troppe vite, né possono mancare i toni allarmistici, espressioni come flussi incontrastati, anche dopo gli accordi genocidi di Marco Minniti, le farneticazioni su presunti privilegi degli immigrati e la finzione di invidiare la vita che i richiedenti asilo fanno in quel sistema spesso repressivo e sfruttatorio che viene definito “accoglienza”. Manca qualche cosa nei post di Omar Minniti, un emigrato italiano in Ungheria contributore de L’Antidiplomatico, con cui l’immancabile Radogna si dichiara in totale sintonia e che il solito Latella condivide?

ONU IN LIBIA PER FERMARE L’“INVASIONE”

“Interesse nazionale”. Concetto che avrebbe fatto sobbalzare dalla sedia Lenin. Invece il nostro Boghetta pubblica un comunicato della sua associazione Indipendenza e Costituzione, quella che ha invitato Fausto Biloslavo a Bologna, all’insegna di tali interessi, in cui si propone di fermare l’“immigrazione di massa” utilizzando l’ONU imperialista contro i migranti in Libia: “è il popolo italiano a decidere se, chi, e quanti possono entrare nel nostro paese”. Che cosa invece deciderebbe Boghetta, o i suoi fan rifondaroli come Pilò, che mette mi piace a questo suo comunicato su Facebook, non ci viene detto.

Ma come si vorrebbe mettere fine all’“invasione”? La ricetta a base di ONU in Libia e denigrazione del lavoro delle ONG dei soccorritori si ritrova in un altro articolo di Boghetta sull’immigrazione scritto contro una non meglio specificata “sinistra clintoniana”, articolo che l’ormai noto esponente bolognese del PRC Pilò, uno che condivide post che associano le ONG che salvano profughi naufraghi a Soros, condivide e che il dirigente nazionale del PRC Simone Gimona, allora segretario federale bolognese e membro della direzione nazionale del partito nonché pupillo dell’ex parlamentare, aiutava il suo mentore a diffondere, con tanto di mi piace del liker compulsivo di boghettate Radogna.

Non siamo ammiratori di Corbyn come invece molti sono in Rifondazione, ma non siamo neanche sicuri che il leader laburista britannico arriverebbe al punto di approvare questa ricetta e gli estremi cui arriva questa tendenza in seno al PRC, nonostante la storica collaborazione dei Labour con l’imperialismo e nonostante le posizioni socialnazionaliste di Corbyn contro i lavoratori immigrati dall’Europa orientale, degne della peggior tradizione riformista socialnazionalista, apprezzate in un articolo, condiviso dal leader rifondarolo Virginio Pilò, pubblicato sul blog Sollevazione di Moreno Pasquinelli, il quale, a furia di collaborare con l’estrema destra, sembra essere in sintonia con essa su temi cruciali. Like di altri esponenti rifondaroli come Radogna anche in questo caso, ovviamente.

FRONTI BIFRONTI

Ed eccoci di nuovo a livelli molto alti, di dirigenza nazionale di Rifondazione. E di flirt con pagine comunitariste come Fronte dei Popoli, pagina che ha raggiunto una certa infame notorietà per la bufala su Samora Machel contro i migranti smascherata dagli Wu Ming e precedentemente nota come Fronte del Popolo, amministrata da un ex collaboratore di pagine del network di estrema destra fondato da Catto, come La Via Culturale, tale Dario Giovetti. È infatti da Fronte dei Popoli che l’allora segretario federale bolognese di Rifondazione, Simone Gimona, si fa ubbliccare, per mano del suo “Darione”, post critici delle manifestazioni per l’accoglienza dei migranti. A questa pagina è associato un gruppo di contributi e dibattito amministrato, oltre che da Giovetti, da Alessio Pizzichini, che figurava nella redazione de L’Intellettuale Dissidente, pagina che secondo Contropiano definire “rossobruna” è un complimento, e da Davide Ragnolini, che figura tra gli autori sulla Rivista Eurasia diretta da Claudio Mutti, ex militante della formazione di estrema destra dei Nuclei Armati Rivoluzionari, finito sotto inchiesta nell’ambito delle indagini sulla Strage di Bologna, di Ordine Nero e della Jeune Europe del nazional-“bolscevico” Jean Thiriart. Ed è proprio davanti alla platea di quello che chiama il think tank di questo gruppo di destra che Gimona pubblica un post dove critica una presunta “narrazione egemone” che nasconderebbe “fatti” sui migranti.

Non sappiamo in quale misura la dirigenza di Rifondazione sia in sintonia con il think tank reazionario di Fronte del Popolo, gente che Gimona chiama “compagni” e invita alla festa di Rifondazione a Bologna un giorno in cui parla proprio Ugo Boghetta insieme a Giuletto Chiesa, ma il segretario federale bolognese del PRC non fa mistero di essere d’accordo, a proposito de codice Minniti sulle ONG che soccorrono i naufraghi, con Fulvio Scaglione, il quale è d’accordo con Marco Minniti. Si potrebbe pensare a centrosinistri che si ritrovano, in modo alquanto sinistro e per nulla di sinistra, ma un articolo condiviso dall’allora segretario federale rifondarolo bolognese, in cui il PD di Minniti è attaccato sul tema dei migranti, ma da destra, attribuendogli fin troppo deregulation, forse dissipa il timore insinuandone uno peggiore: un superamento a destra?

LA LOBBY GAY

Se le posizioni sui migranti che stanno prendendo piede in Rifondazione sono a dir poco agghiaccianti, quelle sui diritti LGBT lasciano spazio alla teorizzazione, sempre da parte di Gimona e Boghetta, sul sito ufficiale della federazione bolognese del partito, dell’esistenza della lobby gay, che darebbe indicazioni di voto per il PD alle elezioni comunali bolognesi. Sarebbe quindi la fantomatica lobby gay a dare indicazioni di voto per il PD. Non una delle tante associazioni, ma proprio la lobby gay. I compagni omosessuali che credono di poter trovare spazio nel PRC giudichino da sé. E la federazione locale della sezione giovanile del partito giunge ad attaccare non solo l’idea del matrimonio omosessuale, in quanto il matrimonio sarebbe “un’istituzione oppressiva e arcaica” (e noi oppressori arcaici che invece vogliamo gli stessi diritti per tutte e tutti, tzeh!), ed “il registro delle “nozze” gay celebrate all’estero” voluto dal sindaco piddino di Bologna (“nozze” gay virgolettato è loro), Virginio Merola del PD. Due delle poche cose su cui il PD non ci si aspetta che venga contestato da chi dice di porsi alla sua sinistra.

PREVE E MARINE LE PEN

Questa emulsione di parti immiscibili di retorica marxista e temi cari, anzi, cavalli di battaglia della destra radicale, tipica dei peggiori trasformismi della destra reazionaria, in Italia ha trovato il proprio revival postbellico sostanzialmente con Costanzo Preve. Su tale filosofo ispiratore dei “né di destra, né di sinistra, ma mai di sinistra” non è questa la sede in cui discutere. Vale tuttavia la pena di notare che suo figlio Roberto, dirigente locale torinese di Rifondazione, è passato ormai, dal rappresentare la componente trockista del partito nel comitato politico nazionale, al condividere post di Diego Fusaro contro la divisione tra “rossi e neri, destri e sinistri”, scrivere post contro la libera circolazione dei proletari e mettere like a commenti secondo cui “chi scappa da una guerra non se ne va abbandonando anziani, donne e bambini”. Evidentemente non hanno mai dialogato con un richiedente asilo, i radical chic (radical non a sinistra) come il dott. avv. Roberto Preve, avvocato che assistette anche Renato Pallavidini in tribunale, quello stesso prof. Pallavidini dichiaratosi fascista che vorrebbe applicare le teorie di Mengele e – citandolo testualmente – non pagare lICI per l’assitenza a negri, zingari nonché handicappati e mongoloidi”, ma con Fidel Castro come immagine di profilo su Facebook. Se infatti avessero mai dialogato con un richiedente asilo, questi radical (non di sinistra) chic si renderebbero conto di quanto è particolarmente proibitiva per una donna la traversata su un barcone. Anche se non possiamo sapere se il figlio del prof. Costanzo Preve, con la sua cittadinanza assicurate, potrebbe smettere di considerare la questione dello ius soli un “finto problema”.

Costanzo Preve suscitò un certo scalpore, privo di ragion d’essere date le posizioni cui ormai era approdato, quando dichiarò che alle presidenziali francesi del 2010 avrebbe votato il Front National.

Data l’ormai chiara situazione in cui versa Rifondazione, non deve suscitare quindi meraviglia che un dirigente locale milanese di quel partito, Leonardo Cribio, condivida su Facebook un video dove proprio Marine Le Pen se la prende con i migranti, giudicandola più a sinistra di un “noi” su cui, se è riferito al suo partito, data la deriva descritta, forse non si può neanche dargli tutti i torti. Né suscita meraviglia che pubblichi un post di etnicizzazione gitanofoba della cronaca, condiviso da Davide Boni, allora segretario provinciale milanese della Lega, o che si unisca alla campagna contro i soccorritori del mare di Zuccaro, che polemizzi sui presidi per l’apertura dei porti ai migranti, come si evince dai suoi post e dai mi piace ai commenti sotto di essi, né che pubblichi un post dove si condanna la ricerca della verità sulla morte di Paolo Regeni per non fare “sbattere fuori dalla sponda sud del Mediterraneo” l’Italia – dopo i “comunisti” contro gli immigrati, i “comunisti” a favore dell’imperialismo possono forse essere oggetto di stupore? -, né che non perda occasione per esternare continuamente posizioni reazionarie, spesso condividendo post da un tizio che scrive per la pagina filobombacciana Oltre la Linea il quale, al pari di Fronte dei Popoli, guadagnò il suo momento di celebrità con la bufala su Machel contro i migranti, smascherata dagli Wu Ming.

POTERE A QUALE POPOLO?

Qualcuno potrebbe muovere l’obiezione che la linea sulla questione dei migranti espressa sugli organi ufficiali del PRC, quale il sito nazionale, sembra molto diversa e, se si astrae da questioni come la pubblicazione di Contro il sinistrismo sul sito ufficiale della federazione di Biella, questo è vero. Tuttavia, se gente come questo Cribio, ex consigliere comunale per Pisapia e ricandidato per la lista Milano in Comune per il municipio 9 in occasione delle elezioni comunali del 2016, sostenuta tra gli altri da PRC, SEL, Possibile e L’Altra Europa con Tsipras, fosse riuscito a conquistare una poltroncina, avrebbe agito con coerenza rispetto alle proprie idee pubblicamente esternate o avrebbe seguito questa nebulosa “linea“?

Ai cedimenti a destra per restare al governo Rifondazione ci aveva già abituato con i vari sostegni al centro-“sinistra”. Cedimenti sui diritti dei lavoratori, come il voto al piano Treu, sull’imperialismo e chi più ne ha più ne metta. Non dovrebbe stupire quindi che per un pugno di voti, ammesso e non concesso che questa strategia paghi anche dal punto di vista dell’opportunismo elettorale, ci sia chi scenda a compromessi con i fondamentali inseguendo l’ultima moda del momento, non fosse che cedimenti del genere sono un avvallo al pensiero che costituisce le fondamenta di consenso sociale su cui si erge la montagna di cadaveri in fondo al mare causata dalle politiche di frontiere chiuse messe in atto dai governi gialloverdi e di centro-“sinistra” e promosse dall’Unione Europea, cadaveri di proletari che si spostano per il semplice fatto che le loro terre d’origine sono economicamente prosciugate dalle terre di destinazione – chiàmasi imperialismo -, cosa che non sembra sfuggire neppure a Boghetta, anche se preferisce liquidarla come irrilevante in un intervento, tenuto all’assemblea di Patria e Costituzione di Fassina, in cui si scaglia, tra i prevedibili like dei soliti come Radogna, Pilò ecc., contro il “politicamente corretto” – e perché poi tanto fastidio per il politicamente corretto che è attenzione nei confronti di categorie deboli? – e contro lo ius migrandi, ius usato, dice Boghetta, dai conquistadores per invadere le Americhe. Si badi bene che tali governi di centro-“sinistra”, come abbiamo visto, c’è chi, pur ritenendosi comunista, bolla come troppo permissivi, deregulated nella lingua di questi “patrioti”, con i migranti. E agli avvalli ad abomini del genere, ci si perdoni, nonostante Prodi e tutto il resto, non ci eravamo ancora abituati.

INTERROGATIVI

Si potrebbe andare avanti a scrivere libri se si volesse analizzare nel dettaglio il pensiero jingoista espresso in seno a Rifondazione, che a questo punto capirete perché facciamo fatica a dire Comunista, ma terminiamo qui questo viaggio alla deriva tra i flutti dell’oceano del pensiero unico di destra che ha ormai penetrato la sinistra riformista italiana. Ci scusiamo altresì con il lettore che, a meno che abbia assunto preventivamente un antiemetico, possa aver cominciato a soffrire il viaggio.

Restano però interrogativi ai quali non abbiamo una risposta.

Se Rifondazione a vario livello organizza o partecipa a manifestazioni contro le politiche migratorie à la Minniti o à la Salvini, non è chiaro perché non faccia altrettanto contro quei suoi dirigenti che difendono o si trovano d’accordo con idee come quelle della professoressa leghista Anna Bono o dei collaboratori del network di estrema destra di Oltre la Linea.

Se la cosiddetta “linea ufficiale” di Rifondazione sui temi toccati appare diversa, rimane l’interrogativo del perché, sul tema dei proletari non italiani che si trovano in Italia, il PRC manifesti verso il dissenso interno una tolleranza mai avuta con le opposizioni di sinistra. Tutto questo facendo astrazione da temi riguardanti altre diversità, come i diritti LGBT, sui quali la federazione bolognese si esprime invece ufficialmente nei termini che abbiamo visto.

Neppure possiamo prevedere come reagirebbero i compagni delle molte realtà anche non strettamente marxiste, ma intransigenti almeno sul tema del genocidio dei migranti, che hanno costruito o supportato di volta in volta le varie liste cui contribuisce Rifondazione, come nel recente caso di Potere al Popolo, sapendo di aver stretto alleanza con un partito che dà spazio ed autorevolezza anche a “sinistra” a posizioni come quelle descritte, né possiamo prevedere come reagirebbero in particolare i compagni immigrati che vediamo nei cortei dove sventolano le bandiere di Rifondazione in occasione delle manifestazioni antirazziste di questi ultimi tempi.

A tali domande non sappiamo rispondere con certezza, nonostante si possano fare alcune ipotesi, ma quel che è certo è che la risposta ad ogni sciovinismo consiste nella lotta di classe, senza divisioni etniche per sua stessa definizione, sempre e comunque senza mai etichettare come quello “che faceva meglio a starsene a casa sua” nessun fratello di classe. Sempre e comunque con gli sfruttati di ogni provenienza e contro gli sfruttatori, di ogni provenienza.

Approfondimenti

Sulle vere posizioni di Marx, Lenin e dell’Internazionale  sull’immigrazione: Lotta di classe, mormorò lo spettro di Mauro Vanetti: https://www.wumingfoundation.com/giap/2018/06/marx-immigrazione-puntata-1/

Sullo stesso argomento un succinto, ma eloquente, articolo di Giorgio Cremaschi qui: http://contropiano.org/interventi/2018/06/12/adesso-basta-con-i-cialtroni-che-usano-marx-per-benedire-salvini-0104870

Sulla questione dell’esercito industriale di riserva e sulle miserie della “sinistra” anti-immigrati questo documentatissimo articolo dei compagni di Sinistra Classe Rivoluzione: https://www.marxismo.net/index.php/la-nuova-epoca/344-le-miserie-della-sinistra-anti-immigrati

Un’analisi in due parti dell’attuale fenomeno rossobruno in Italia qui: http://www.ilbecco.it/politica/sinistre/item/4484-sul-rossobrunismo-parte-i.html e qui: http://www.ilbecco.it/politica/sinistre/item/4524-sul-rossobrunismo-parte-ii.html

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One Response

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  1. Tommy says

    Rifognazione comunitarista sempre più in basso. Ricordiamocene alle elezioni