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Tre anni fa veniva ucciso Emmanuel Chidi Nnamdi

Oggi ricorre l’anniversario dell’omicidio di Emmanuel Chidi Nnamdi, ucciso a pugni tre anni fa dal neofascista Amedeo Mancini dopo che lo aveva ripetutamente insultato come «negro» e «scimmia africana».

Per il tribunale però non c’è stato alcun razzismo e l’assassino è stato liberato dopo pochi mesi di carcere, grazie al favore dei media, dei politici, del sindaco di Fermo, dei benpensanti locali, uniti tutti insieme nel partito del buon nome e della smemoratezza…

Quest’anno, mentre il «Comitato 5 luglio» di Fermo ha organizzato una manifestazione, l’Amministrazione comunale, che già l’anno scorso aveva negato l’affissione di una targa commemorativa, ha pensato bene di proporre, a pochi metri di distanza, cioè in Piazza del Popolo (che il sindaco e gli altrettanto raffinati assessori chiamano «il salotto buono della città»), un bel drive-in con proiezione di un film a tema, di allegre scazzottate: Altrimenti ci arrabbiamo

Né all’assessore al commercio Mauro Torresi (già Fratelli d’Italia), né al vicesindaco Francesco Trasatti (già SEL) o al sindaco Paolo Calinaro (già PD) sarà possibile domandare se ci sono o ci fanno. Appartengono infatti al partito della smemoratezza e si avvalgono in ogni occasione della facoltà di non rispondere.

Negli ultimi tre anni abbiamo visto crescere sempre più violenze, ingiustizie e razzismo. Ogni volta abbiamo creduto che si fosse toccato il fondo dell’infamia e del degrado civile. Ma violenze e ingiustizie continueranno a crescere finché non sapremo cambiare le cose e abbattere i muri della prigione sociale in cui vogliono farci vivere.

Ora e sempre resistenza quotidiana!

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