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La libertà è l’autodifesa contro fascismo e patriarcato!

Riceviamo e condividiamo, traducendolo in italiano, l’appello antifascista e antisessista del Movimento delle Donne Curde in Europa (IRKWM). Sotto, il testo originale in francese.

Donne, organizziamoci contro la guerra, il fascismo, il sessismo e il femminicidio!

I poteri dominanti stanno aggiornando le loro politiche attraverso il rafforzamento delle guerre di colonizzazione nel Kurdistan, nel Medio Oriente e ovunque nel mondo. La nostra campagna «In piedi per il cambiamento e la libertà» che abbiamo lanciato in occasione della celebrazione della rivoluzione del Rojava, è una risposta contro tutti questi attacchi. La resistenza è la sola forma per contrastare tutte queste reti sistematiche, tra cui Daesh che ha commesso una pulizia etnica e in particolare una serie di femminicidi a Shengal e nel Rojava.

La resistenza e la lotta dei popoli portate avanti dalle donne hanno dato un soffio di speranza a tutte le donne e a tutte le persone del mondo. La messa in evidenza dell’importanza delle organizzazioni delle donne e della lotta globale in tutti i campi della società è stata la caratteristica della rivoluzione nel Rojava contro la violenza del sistema patriarcale.

La modernità capitalista fondata sul patriarcato viene perseguita formando e sviluppando, a tutti i livelli della società, una politica nazionalista, di integralismo religioso, positivista, militarista e sessista. La modernità capitalista esclude d’ufficio le donne, i valori che esse hanno creato, i loro lavori, riflessioni, le loro missioni pionieristiche nella società, interferendo così nella loro anima e nei pensieri collettivi poiché le politiche dominatrici, antisociali e antiecologiche non hanno alcuna possibilità di vivere in una società influenzata dalla sinergia, dalla fluidità, dall’emozione e dal pensiero creati dalle donne.

L’indifferenza contro le violenze fatte alle donne da 5000 anni a questa parte dal sistema patriarcale genera una banalizzazione della distruzione, della colonizzazione, dello sfruttamento, dell’oppressione e delle violenze nella società. La modernità capitalista condanna le donne e gli uomini al sistema patriarcale imponendo a ciascuno dei ruoli dove gli uomini controllano la natura e la società. In questo sistema le donne sono considerate come manodopera, uno strumento, e al servizio del godimento maschile. La violenza sessuale, il matrimonio forzato, la poligamia, la molestia, lo stupro, l’incesto e l’infibulazione sono legittimati. Le leggi non proteggono le vittime delle violenze, non riconoscono il diritto alla vita delle donne, così come ai giovani e ai bambini. Anche se il sistema fornisce un pensiero libertario e modernizzante attraverso applicazioni ammorbidite, danneggia però la sua identità sociale.

Gli standard di vita non sono applicati in maniera eguale a tutta la società e le politiche d’immigrazione degli stati europei creano una grande disuguaglianza tra gli europei e coloro che sono stati costretti all’esilio. Dicendo che le adesioni agli scioperi e le crisi economiche sono dovute all’immigrazione, le politiche degli Stati incoraggiano la discriminazione e l’esclusione degli immigrati. Si trascura la responsabilità delle politiche guerrafondaie ed economiche degli Stati nell’esilio delle donne e delle persone. Si impone alle persone una vita in esilio. L’esilio forzato è un fenomeno in cui la persona è espatriata, sradicata, strappata – separata dalle sue radici. L’individuo è portato verso una perdita d’identità in un sistema e una società dove i legami con la lingua madre, la cultura e i Paesi sono sempre più spezzati. La trasformazione dell’organizzazione delle donne in una organizzazione di tutta la società permetterà di sviluppare l’autodifesa contro i diversi attacchi. La più grande autodifesa delle donne sarà l’organizzazione e la presa di coscienza femminile, altrimenti i ruoli sociali delle donne saranno determinati dal sistema in cui esse sono sfruttate, vittime di attacchi e violenze. Ciò permetterà di pensare che ogni violenza esercitata sulle donne è una violenza esercitata su sé stessi. Così, la resistenza collettiva potrà svilupparsi. Quando il pensiero di appartenere all’altro sarà superato e che l’appartenenza alla propria esistenza ed «essere sé stessa» sarà acquisito, la costruzione di uno stato democratico potrà avere inizio. Abbiamo l’ambizione e la forza di essere un’alternativa e di aspettare la vita libera.

Noi vogliamo: lavorare per una presa di coscienza della società sui seguenti argomenti: le donne e l’immigrazione, le donne e la violenza, le donne e l’economia, l’ecologia, la vita comune e libera, la famiglia democratica, le donne e la libertà, le donne e la formazione femminile e la cultura, la lingua madre, ecc. Denunciare le politiche nazionaliste, positiviste, militari e sessiste della modernità capitalista e diffondere la necessità di rompere i ruoli sessisti attribuiti dalla società alle donne. Sviluppare la sensibilizzazione e l’intervento rapido per prevenire le violenze contro le donne e i femminicidi. Rafforzare le strutture già esistenti (assemblee, iniziative, associazioni, ecc.) con il motto «la libertà è l’autodifesa» per delle nuove organizzazioni che risponderanno ai bisogni e metteranno in evidenza il potenziale femminile.

Il Movimento delle Donne Curde in Europa (IRKWM)

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Femmes, organisons-nous contre la guerre, le fascisme, le sexisme et le féminicide!

Les pouvoirs dominant actualisent leurs politiques à travers le renforcement des guerres de colonisation au Kurdistan, au Moyen-Orient et partout dans le monde. Notre campagne «DEBOUT POUR LE CHANGEMENT ET LA LIBERTÉ» que nous avons lancée à l’occasion de la célébration de la révolution du Rojava, est une réponse contre toutes ces attaques. La résistance est la seule forme pour contrer tous ces réseaux systémiques, dont Daesh qui a commis un nettoyage ethnique en particulier un féminicide à Shengal et au Rojava.

La résistance et la lutte des peuples menées par les femmes ont donné un souffle d’espoir à toutes les femmes et à tous les peuples du monde. La mise en évidence de l’importance des organisations des femmes et de la lutte globale dans tous les domaines de la société ont été des caractéristiques de la révolution au Rojava face à la violence du système patriarcal.

La modernité capitaliste fondée sur le patriarcat se poursuit en formant et développant, à tous les niveaux de la société, une politique nationaliste, intégriste religieuse, positiviste, militariste et sexiste. La modernité capitaliste exclut d’office les femmes, les valeurs créées par celles-ci, leurs travaux, réflexions, leurs missions pionnières dans la société et ceci en s’immisçant dans leur âme et pensées collectives car les politiques dominatrices, antisociales et anti écologiques n’ont aucune chance de vivre dans une société influencée par la synergie, la fluidité, l’émotion et la pensée créées par les femmes.

L’indifférence face aux violences faites aux femmes depuis 5000 ans par le système patriarcal engendre une banalisation de la destruction, la colonisation, l’exploitation, l’oppression et les violences dans la société. La modernité capitaliste condamne les femmes et les hommes au système patriarcal en imposant à chacun des rôles où les hommes contrôlent la nature et la société. Dans ce système, les femmes sont considérées comme une main d’œuvre, un outil, et au service de la jouissance masculine. La violence sexuelle, le mariage non- consenti, la polygamie, le harcèlement, le viol, l’inceste et l’excision sont légitimés. Les lois ne protègent pas les victimes des violences, ne reconnaissent pas le droit à la vie des femmes ainsi qu’aux jeunes et aux enfants. Bien que le système fournisse une pensée libertaire moderniste à travers des applications adoucies, il nuit à son identité sociétale.

Les standards de vie ne sont pas appliqués de façon égale à toute la société et les politiques d’immigration des Etats européens créent une grande inégalité entre les peuples d’Europe et ceux qui ont été forcés à l’exil. En expliquant que le taux de chômage et les crises économiques sont liés à l’immigration, les politiques étatiques encouragent la discrimination et l’exclusion des immigrés. On néglige la responsabilité des politiques guerrières et économiques des Etats dans l’exil des femmes et des peuples. On impose aux personnes une vie en exil. L’exil forcé est un phénomène où la personne est dépaysée, déracinée, déchirée – séparée de sa source. L’individu est entraîné vers une perte d’identité dans un système et une société où les liens avec la langue maternelle, la culture et le pays sont de plus en plus rompus. La transformation de l’organisation des femmes en une organisation de toute la société, permettra également de développer l’auto-défense face aux diverses attaques. La plus grande auto-défense des femmes sera l’organisation et la prise de conscience féminine ou alors les rôles sociaux des femmes seront déterminés par le système, où elles sont exploitées, victimes d’attaques et violences. Ceci permettra de penser que toute violence exercée sur les femmes est une violence exercée sur soi-même. Ainsi, la résistance collective pourra se développer. Lorsque la pensée d’appartenir à l’autre sera surmontée, que son appartenance à sa propre existence et «être soi-même» seront acquis, la construction de la nation démocratique pourra aboutir. Nous avons l’ambition et la force d’être une alternative et d’atteindre la vie libre.

Nous voulons: Travailler pour une prise de conscience de la société sur les sujets suivants : les femmes et l’immigration, les femmes et la violence, les femmes et l’économie, l’écologie, la vie commune et libre, la famille démocratique, les femmes et la liberté, les femmes et la formation féminine et la culture, la langue maternelle etc. Dénoncer les politiques nationalistes, positivistes, militaristes et sexistes de la modernité capitaliste et propager la nécessité de rompre les rôles sexistes attribués par la société aux femmes. Développer la sensibilisation et l’intervention rapide pour prévenir les violences contre les femmes et les féminicides. Renforcer les structures déjà existantes (assemblée, commune, initiative, association etc.) avec la devise «la liberté est l’auto-défense» pour de nouvelles organisations qui répondront aux besoins et mettront en évidence le potentiel féminin.

Le Mouvement des femmes kurdes en Europe (IRKWM)

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