Le targhe vanno e vengono, la memoria e la libertà si seminano nelle strade
Sabato 29 febbraio h15 – giardino Lorenzo Giusti
“Non ho rimpianti, sono morto facendo quello che ritenevo più giusto, difendendo i più deboli e rimanendo fedele ai miei ideali di giustizia, uguaglianza e libertà”
Lorenzo ‘Orso’ Orsetti, nome di battaglia Tekoser, lo scorso marzo è morto a 33 anni in Siria, combattendo al fianco dei curdi nelle unità Ypg per sconfiggere l’Isis e difendere la rivoluzione del Rojava. Un antifascista, un internazionalista, un partigiano. Il suo nome, tre mesi fa, si era aggiunto a quello delle/i tant/i antifasciste/i, internazionaliste/i, partigiane/i a cui sono intitolate quasi tutte le strade della Cirenaica. In una piccola area verde senza nome, all’inizio di via Sante Vincenzi, era stata affissa una targa in suo ricordo: “Giardino Lorenzo Orsetti detto Orso – Partigiano (1986-2019)”. Un’intitolazione informale, spontanea, come tante altre iniziative già realizzate in Cirenaica per ribadire un concetto tanto semplice quanto spesso rimosso: la memoria è materia viva, non rito nè burocrazia.
Quella targa è presto sparita e con essa il nome di Orso, gettato magari tra i rifiuti, perchè l’amministrazione comunale ha ufficalmente dato allo stesso giardino un altro nome (quello di Giancarlo Susini, storico). Molte voci, tra cui quella di Alessandro Orsetti, padre di Orso, hanno criticato la decisione di rimuovere la targa e il Comune, non senza imbarazzo, ha cercato di giustificarsi snocciolando una sfilza di motivazioni tecniche e burocratiche. Nel farlo, la Giunta ha definito quella di Orso “una figura importante”, ipotizzando altre soluzioni per dedicargli uno spazio della città. Ne prendiamo atto, ma facciamo nostre le parole della famiglia di Orso: “Sappiamo che il potere ricorda i suoi personaggi importanti e noi i nostri. Continuiamo la lotta senza perdere la speranza!”.
Per questo sabato 29 febbraio ci ritroveremo insieme, con il padre di Lorenzo, in Cirenaica. Appuntamento alle 15 nel giardino di via Ilio Barontini (partigiano), intitolato a Lorenzo Giusti (partigiano). Un altro Lorenzo, un altro antifascista e combattente internazionalista, proprio come Orso, che nel 1936 accorse in Spagna per partecipare alla Resistenza antifranchista. “Pubblico amministratore”, aveva scritto con pudore il Comune sulla targa del giardino. “Combattente antifascista” e “ferroviere anarchico”, sono i segni tracciati in quel luogo dalla memoria resistente del quartiere.
Dal giardino Giusti ci muoveremo per la Cirenaica. Perchè il ricordo di Orso torni a vivere tra le/gli altre/i partigiane/i, com’è giusto che sia. Perchè in Rojava, dopo l’offensiva turca, si continua a combattere e a morire, pur nell’indifferenza dei media e della politica internazionale: come abbiamo fatto molte volte nei mesi scorsi, torneremo in strada per difendere il confederalismo democratico, femminista ed ecologista nella Siria del nord e dell’est e per esprimere tutta la nostra solidarietà a Eddi, Paolo e Jacopo che devono subire in Italia le restrizioni della sorveglianza speciale perchè, come Orso, hanno combattuto contro l’Isis e per la libertà.
“Sono tempi difficili, lo so, ma non cedete alla rassegnazione, non abbandonate la speranza; mai!”
RiseUp4Rojava!
Jin, Jîyan, Azadî!