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Il fascio-console di un’Itaglia ignobile

Di giorno console italiano a Osaka, Giappone. Di notte, leader del gruppo fascio-rock «Sotto fascia semplice». È la storia di Mario Vattani, ex braccio destro del sindaco Gianni Alemanno (è stato suo «ministro degli Esteri»: dal 2008 al 2011 ha ricoperto il ruolo di consigliere diplomatico) e figlio del più famoso Umberto, uno dei diplomatici più potenti d’Italia. Dallo scorso mese di luglio, Vattani è stato promosso console generale d’Italia a Osaka. Oplà! oltre 228 mila euro all’anno. Grazie papi!

Sono testi pesanti e aggressivi quelli del gruppo «Sotto fascia semplice». Si inneggia alla Repubblica Sociale Italiana, si celebrano squadristi e bandiere nere, si ricorda anche il pestaggio compiuto contro uno studente antifascista («L’abbiamo messo per terra e cercava di scappare, ma è rimasto appeso a una maniglia. / Gli ho dato tanti di quei calci, ed era tanta la rabbia, che mi sono quasi storto una caviglia!»). Parole che esaltano lo squadrismo violento quelle che risuonano nelle povere canzoni di Vattani. Lo chiamano «rock identitario», ma è solo propaganda nazifascista e razzista sotto l’alibi vile della musica.

Certo è che Vattani rappresenta bene il bifrontismo neofascista: un’immagine essoterica in doppio petto e una cultura esoterica della violenza… Sul palco dei concerti esibisce braccia ricoperte di tatuaggi da neonazista, quegli stessi tatuaggi che poi, nei viaggi da «diplomatico», ha sempre tenuto celati dietro eleganti completi gessati, sotto le maniche lunghe. Una doppia vita anche nel look per il fascio-console.

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