Dopo i gravi episodi di Roma e Milano, un’aggressione omofoba anche a Padova: «Oltre che merde siete pure froci», ha detto l’aggressore, prima di colpire due ragazzi con calci e pugni. Intanto, mentre buona parte del movimento lgbtiq si sfila dal Roma Pride che cerca sponde a destra, arriva l’appello di alcuni collettivi a costruire uno "spezzone lgbtiq-femminista-antisessista-antirazzista-antifascista" al Pride di Napoli il 26 giugno, "con lo stesso spirito di Stonewall".
A Roma il 28 maggio un ventiduenne gay veniva aggredito, insultato, picchiato fino allo svenimento, rischiando anche di perdere un occhio. Gli urlavano “frocio, frocio” e poi lo hanno colpito ripetutamente con calci e pugni al ventre e al volto fino a farlo cadere. È l’ottavo caso grave di violenza omofoba a Roma in nove mesi.
A Milano, pochi giorni dopo, una coppia gay e due ragazze vengono aggrediti da alcuni neofascisti: calci, pugni, labbra che sanguinano, uno schiaffo al volto pure per una delle ragazze, colpevole di aver provato a difendere i due amici malmenati. “Uno degli aggressori indossava una maglietta con la riproduzione di una croce celtica”
Subito il sindaco Alemanno, esprimendo a parole la sua solidarietà ipocrita e di facciata, dichiarava: “Sono contrario a una legge sull’omofobia dal punto di vista complessivo, perché avrebbe inevitabilmente dei contenuti ideologici”.
Dal gennaio 2010 il bollettino ufficiale dell’odio contro i gay parla di due omicidi, 24 aggressioni, sei casi di estorsione, tre di danneggiamenti. Ma le cifre ufficiali non danno conto che delle punte eclatanti di un fenomeno diffuso e in crescita. Perché oggi tanti si sentono legittimati dalla propaganda sessista a mettere in pratica la loro feroce idiozia fascistoide.
A Padova il 10 giugno due giovani sono stati bastonati perché camminavano abbracciati e, dal modo di vestire, sono stati reputati “comunisti”. È lo stesso copione delle aggressioni neofasciste e razziste: prima gli insulti con il pretesto di comportamenti, lingua, tratti somatici e/o vestiti “diversi”; poi, non appena apri bocca per rispondere, le botte. Gli aggrediti, di 27 e 31 anni, hanno riportato lesioni guaribili in otto giorni: uno è stato ferito all’occhio destro e l’altro è stato preso a calci in faccia.
Intanto diverse realtà lgbtiq non ci saranno al Roma Pride 2010, anche perché fondato – scrivono nell’appello – su “un indistinto qualunquismo politico” e su “un progetto ipotetico di trasversalità che vuole andare a tutti i costi a scovare una sensibilità della destra italiana verso le tematiche gay, lesbiche e transessuali che nella realtà non esiste”, secondo una “volontà di cercare sponde a destra, anche in quella cosiddetta estrema”.
Così alcuni collettivi lgbtiq e femministi fanno ora appello ai movimenti per la costruzione di uno spezzone lgbtiq-femminista-antisessista-antirazzista-antifascista al Pride di Napoli il 26 giugno “con lo stesso spirito di Stonewall”.
Sarà un’occasione importante per manifestare contro la normalizzazione autoritaria delle identità e per l’autodeterminazione dei soggetti lgbtiq, degli omosessuali, trans e immigrati reclusi nei cie, come delle sexworkers, delle donne, degli antifascisti, antisessiti e antirazzisti.