Non vi è dubbio che oggi la Resistenza sia tutt’altro che morta o inattuale. Più la difesa del privilegio e della diseguaglianza diventa l’unico vero obiettivo della Politica istituzionale, più la memoria di una guerra di liberazione ritorna netta e viva nell’intelligenza collettiva.
Non il ricordo celebrativo della Resistenza, ma quello di una Resistenza che, dal 1919 a oggi, non ha mai cessato di opporsi al Fascismo, al Nazismo e poi al neofascismo guidato, favorito, sovvenzionato dai centri oscuri del potere istituzionale.
Non il ricordo falsificante di una Resistenza «nazionale», ma quello di una Resistenza internazionalista e rivoluzionaria che si è combattuta e si combatte ovunque, in ogni angolo d’Europa e del mondo.
Non sorprende che in questi ultimi anni si vadano moltiplicando le scritture narrative sulla Resistenza. E basti qui qualche esempio:
Walter de Hoog, Tulipano
«Tulipano» è il racconto degli avvenimenti cui Walter de Hoog, ragazzo olandese trapiantato in Italia – chiamato, appunto, Tulipano dai compagni della Resistenza – partecipò fra Milano, il Sud Tirolo e la Svizzera, nella fase finale della guerra di liberazione.
Paola Soriga, Dove finisce Roma
Attraverso la figura di una giovanissima staffetta partigiana, nella Roma che sta per essere liberata dall’occupazione tedesca, il libro racconta un modo di sentire il mondo e la storia che le parole di oggi non sanno più nominare.
Scrittura industriale collettiva, In territorio nemico
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