Con il titolo «L’Europa verso il fascismo», anche il blog di Beppe Grillo prende atto della resistibile ascesa del fascismo in Europa e del fatto che la violenza neofascista e identitaria contro minoranze, «diversi» o antifascisti paga anche in termini elettorali:
«Un sondaggio di ieri dà Alba Dorata primo partito in Grecia con il 26%, in Francia il Front National di Marine Le Pen è dato come primo partito dalla sua nascita con il 24%, in Norvegia ha vinto il Partito conservatore insieme all’affermazione del Partito del progresso, nel quale militò Anders Breivik, responsabile dell’uccisione di 77 persone. In Ungheria il governo di estrema destra ha stilato una lista nera di personalità che avrebbero fornito ai media stranieri informazioni contro l’immagine dell’Ungheria. Viktor Orban, il primo ministro, ha cambiato la Costituzione minando l’indipendenza della Banca centrale, l’autonomia della magistratura e dell’autorità garante della privacy e ha come obiettivo la Grande Ungheria nazionalista. Quali sono le cause della nascita dei nuovi fascismi? Chi sono i veri responsabili?»
La domanda è giusta, ma la risposta non solo pare superficiale, ma persino ambigua e contraddittoria. Una delle principali ragioni additate da Grillo è proprio la fascistoide politica migratoria della Fortezza Europea ritenuta insufficiente e troppo mite:
«La povertà e la disoccupazione dilagano ovunque in Europa insieme a un’emigrazione incontrollata dall’Africa e dall’Est dell’area Schenghen, a cui non aderisce la Gran Bretagna che sta studiando nuove limitazioni agli ingressi e sospesa in Danimarca, ennesimo fallimento della UE».
Si direbbe quasi che, per evitare l’avvento dei partiti neofascisti e neonazisti, Grillo si riproponga di far loro concorrenza sul terreno della xenofobia e del «controllo» securitario alle frontiere.
Allo stesso modo, la critica di Grillo al neoliberismo non investe il problema complessivo di una società diseguale e sempre più divisa tra sfruttati e sfruttatori, ma punta il dito solo ed esclusivamente sul lato finanziario del capitale e sulle banche, rispolverando persino quelle sfumature antisemite care al neofascismo:
«La Grecia è stata lasciata morire dai “fratelli” europei, sacrificata sull’altare delle banche tedesche e francesi che volevano indietro la loro “libbra di carne”».
Qui infatti «libbra di carne» fa riferimento alla storia dell’usuraio ebreo Shylock contrapposto al Mercante di Venezia, il buon cristiano che prestava il proprio denaro gratuitamente.
Con questi argomenti non si contrastano certo i movimenti neofascisti europei, ma si rischia anzi di costruire mitologie e false evidenze che legittimano la propaganda xenofoba e velatamente antisemita di gruppi come CasaPound o Forza Nuova.
Con questi argomenti non si può che promuovere una finta alternativa alla squallida classe dirigente delle «grandi intese» ribadendo un’idea di società basata non sulla libertà della persona e la giustizia per tutti e tutte, ma sull’autoritarismo e la gerarchizzazione della vita sociale.
Contro i fascismi come pedina del capitale, l’unica alternativa effettiva è quella di organizzarsi e resistere dal basso a ogni forma di imposizione e di asservimento.