A documentare la piena integrazione del neofascismo nella scadente «democrazia» italica, è uscito ora il saggio di Davide Conti, L’anima nera della Repubblica, Roma-Bari, Laterza, 2013, che ripercorre la storia «nera» del Movimento Sociale Italiano fino a quando, nel 1995, gli eredi del regime di Salò sono tornati alla guida politica del paese.
Un’ottima sintesi del libro si legge in MaterialismoStorico:
«Questo movimento fu sempre integrato, anche quando era nella fogna. Solo che alla originaria funzione d’ordine (fare il lavoro sporco) è seguita una integrazione più compiuta».
Un’articolata recensione è invece quella di Saverio Ferrari: Un movimento antisistema con doppietto e manganello. Basti qui solo un estratto che ricorda chi erano i finanziatori della strategia della tensione:
«L’internità dell’Msi alla strategia della tensione, con un carico notevolissimo di episodi violenti e squadristici, fu indiscutibile come il suo proposito di concretizzare una svolta autoritaria sotto gli auspici delle forze armate. Molte le fonti utilizzate a questo proposito dall’autore, non solo istituzionali, ma anche di provenienza democristiana, tra gli altri, l’archivio dell’Istituto Luigi Sturzo. Da queste stessa documentazione una fotografia degli innumerevoli finanziamenti di cui godette l’Msi: dalla Fiat di Giovanni Agnelli (che incontrò Giorgio Almirante nel settembre 1969) alla Confindustria, all’Assolombarda, per passare da Eni, Snia e Montecatini. Aziende private e parastatali. Un flusso impressionate di denaro, anche straniero come i milioni di dollari, registrati nelle informative del Ministero degli interni, affluiti da Washington.
La strategia della tensione fu sconfitta, verso la metà degli anni Settanta, dopo una prolungata e imponente mobilitazione antifascista che fece naufragare i disegni eversivi e ricacciò l’Msi nella marginalità. Fino ai primi anni Novanta quando, sotto la direzione di Gianfranco Fini, il partito neofascista fu ripescato e rilegittimato all’interno del nuovo schieramento berlusconiano. Da questa stessa storia alcune delle radici della nuova destra politica italiana, dai tratti eversivi, di certo non conservatrice».
In fondo, anche quando non lo sanno, i neofascisti sono sempre dei gran venduti come testimoniano i versi profetici di Alessandro Manzoni:
Oh terror! Del conflitto esecrando
la cagione esecranda qual è?
Lor la sanno: a dar morte, a morire
qui per soldi ognun d’essi è venuto
e venduto ad un Duce venduto,
per lui pugna e non chiede il perché.
Eia eia alla larga!