Ore 1:25: è stata una serata ad altissima tensione, alla fine terminata con un piccolo passo avanti. Attorno alle 22.30 una mediazione, avanzata da Cgil, Cisl e Curia è stata presentata sotto la gru ai giornalisti. Nessuno del presidio, dell’associazione “Diritti per Tutti” e delle comunità immigrate sapeva nulla dei termini della trattativa. Sono seguiti continui contatti via megafono fra piazza e migranti sulla gru per capire cosa stesse accadendo. L’intento iniziale percepito dal presidio è che si cercasse di fare pressione sui migranti perchè accettassero immediatamente la mediazione nebulosa e scendessero dalla gru senza garanzie precise. Buio totale, inoltre, sul futuro dei migranti nei Cie, su alcuni dei quali pende da domattina il forte rischio di espulsione. Dalla gru sono arrivate grida di un coraggio inaudito: dopo giorni di sofferenze, cibo scarso e nessun contatto con l’esterno, il loro primo pensierio è andato ai migranti nei Cie. “Se domani li espellete – hanno urlato Arun, Jimi, Rachid e Sajad – ci arrabbieremo moltissimo e qui scoppia un casino”. Dopo diversi minuti di confronto fra i mediatori e la piazza, tutti trasmessi in diretta, la forza dell’unione di presidio e migranti sulla gru ha imposto una mediazione nella mediazione: nessuna decisione affrettata o immediata, i migranti hanno accettato di far salire sulla gru il testo proposto da Cgil, Cisl e Curia, nominando inoltre come avvocati di fiducia i legali dell’ass. “Diritti per Tutti”. A partire da domani mattina, attraverso una radiotrasmittente che verrà fatta salire dalle forze dell’ordine sulla gru, i quattro fratelli potranno comunicare con gli avvocati e fare tutte le valutazioni del caso.
ARUN, RACHID, JIMI, SAJAD: IL VOSTRO CORAGGIO E’ IL NOSTRO CORAGGIO,
SIAMO SEMPRE AL VOSTRO FIANCO!!!!!
COMUNICATO STAMPA DELL’ASSOCIAZIONE DIRITTI PER TUTTI SUI FATTI DI
SABATO 13 NOVEMBRE IN VIA SAN FAUSTINO
Brescia, 14 novembre 2010
Nel tardo pomeriggio di ieri, al termine di una manifestazione molto partecipata per esprimere sostegno ai quattro immigrati sulla gru di via San Faustino, alcune decine di persone totalmente estranee al presidio nei pressi della gru, sconosciute a noi e a tutti i partecipanti al presidio, all’improvviso e all’insaputa degli altri manifestanti, hanno per pochi minuti tentato di sfondare il fitto dispositivo di polizia e carabinieri che all’altezza della chiesa di San Faustino impedisce di avvicinarsi alla gru.
L’unico risultato concreto ottenuto da chi ha compiuto quest’azione è stato lo scatenare altre cariche di polizia, dopo quelle che senza alcun motivo le forze dell’ordine avevano compiuto già lunedì 8 novembre.
Anche ieri nel corso delle cariche polizia e carabinieri hanno operato fermi e pestaggi indiscriminati, che sono documentati dalle immagini video a disposizione di tutti.
Non ci risulta che nel corso di questi fatti cose o vetrine abbiano subito danneggiamenti.
Gli attivisti del presidio hanno fatto tutto quanto era nelle loro possibilità per riportare la calma fra i nmerosissimi partecipanti in quel momento, mentre i pochi autori del tentativo di sfondamento subito fallito si stavano già dileguando.
Ci sono volute decine di muniti e tanta fatica per riportare la calma. Soprattutto perché la tensione, anche tra i migranti, è oramai a un livello molto elevato.
La responsabilità totale dell’innalzamento costante della tensione in tutti questi giorni è da attribuire al ministro degli Interni, all’Amministrazione comunale di Brescia, al Prefetto, ai più alti dirigenti della Questura di Brescia.
Alla mancanza di qualsivoglia risposta positiva alle richieste dei migranti sulla gru da 15 giorni, si aggiunge il fatto, di inaudita gravità, che da giorni quelle quattro persone sono tenute in condizione di isolamente pressoché assoluto. Un vero e proprio stato d’assedio imposto dalle autorità appena elencate. Uno stato d’assedio che impedisce ai migranti sulla gru persino di comunicare con l’esterno, di ricevere una visita medica, indumenti. Di fatto, viene costantemente ostacolata e spesso impedita anche per più giorni consecutivi la stessa fornitura di cibo. Vengono tolte condizioni vitali che non possono essere negate a nessun essere umano, nemmeno in situazione di guerra.
Contro quelle quattro persone, la loro dignità e il loro coraggio, è in atto una pressione talmente forte da diventare vera e propria vessazione.
Siamo sulla soglia della barbarie. E la barbarie è impossibile da governare, per chiunque.
Chiediamo con forza a tutti coloro che possono intervenire di muoversi con la massima urgenza per contribuire alla reale rimozione di questo stato d’assedio.
Rinnoviamo a tutti e tutte l’appello a continuare con la massima partecipazione il presidio di sostegno in via San Faustino.
Non lasceremo mai soli i ragazzi sulla gru. La loro lotta è la nostra lotta