È solo un’impressione che oggi la Politica assomigli sempre più a un unico partitone bipartisan, a un Partito Unico lacerato da una «notte dei lunghi coltelli»?
Virginio Merola, ex assessore del sindaco-sceriffo Cofferati e ora candidato sindaco del PD bolognese, avvia la sua campagna elettorale puntando sull’islamofobia come un leghista qualunque: «A Bologna l’obiettivo di una grande moschea è un obiettivo sbagliato».
Dall’altro lato, ecco il destro Emilio Fede che, di fronte alle contestazioni al Ddl Gelmini, invoca la pedagogia del manganello, quasi come un dirigente del PCI negli anni Settanta: «un popolo civile, come noi siamo, quando si trova di fronte a queste situazioni, dovrebbe intervenire e menarli perché questi studenti capiscono solo di essere menati» (video).
Di fatto, contro questo blocco autoritario della Politica si moltiplicano gli atti di resistenza e contestazione dal basso. Ieri, in un ristorante di Milano, un anziano imprenditore ha offerto a Emilio Fede una lezione di civiltà mollandogli un paio di sberle. I media di regime escludono, come al solito, ogni movente politico.
Ieri a Bologna invece, proprio nel giorno del dibattito parlamentare sul Ddl Gelmini, fascisti e leghisti si sono prodotti nelle solite provocazioni sùbito contestate da attivisti, studenti e cittadini. Ripubblichiamo due comunicati sull’accaduto.
Università, contestata Azione Universitaria a Giurisprudenza
(da Zic.it)
Oggi 24 Novembre, spontaneamente, studenti e studentesse antifascisti/e autorganizzandosi si sono diretti verso la facoltà di Giurisprudenza, in cui Azione Universitaria e Giovane Italia volevano festeggiare, proprio nel giorno di discussione alla camera dell’infame Ddl Gelmini, contro cui università licei e rettorati sono occupati, i vent’anni di agibilità politica in università. I festeggiamenti sono stati interrotti dal grido «Fuori i fascisti dall’università, resistenza in tutte le città».
La rete di protezione fascista si è attivata con avvocati, volanti della polizia e Digos che sono entrati in facoltà, ma sono stati prontamente cacciati. L’azione antifascista è continuata con un’assemblea, nella Facoltà di Lettere e Filosofia occupata, da cui è emersa la necessità di coordinazione sul fronte dell’antifascismo così come in ogni ambito di lotta. Sull’antifascismo non si devono porre bandiere; questa giornata ha dimostrato che l’antifascismo si pratica ed è una pratica di libertà.
Troviamoci tutti e tutte Lunedì ore 17.00 a Giurisprudenza.
Studenti e Studentesse antifascisti/e
Bologna: contestata la Lega Nord
(da informa-azione)
riceviamo e diffondiamo:
Bologna 24/11/2010. Un gruppetto di anarchici ha contestato l’iniziativa organizzata in serata dalla lega nord «contro il degrado» al pub Lab16 in via Zamboni 16 (ex Transilvania). Gli interventi al megafono (in cui si ricordavano le responsabilità della Lega e la repressione con l’idrante avvenuta nel Cie domenica) hanno attirato non pochi indignati.
Mentre i pochi leghisti piagnucolavano con la Digos per sollecitare una soluzione muscolare alcuni tra i passanti davano in escandescenza «ci sono i nazisti? dove sono? qui?»… Qualche spintone, tanti insulti e alla fine l’arrivo di un bel po’ di sbirri in corsetta con caschi scudi e manganelli convince i più ad andarsene soddisfatti…
In ogni caso l’iniziativa della Lega è stata disturbata per bene come dimostravano i costernati relatori leghisti che spiavano tristi e col microfono in mano da dietro le vetrine del pub.
Anche domenica scorsa un’iniziativa della Lega (anche quella un vero flop) in Piazza dell’Unità era stata contestata con cori e trombe da stadio.
A margine rimane la soddisfazione di vedere come qui a Bologna ogni contestazione alla Lega riscuota sempre «l’adesione» spontanea di tanti passanti. La retorica leghista dice di amare Bologna, ma la città dimostra decisamente di odiare questi razzisti.