Aggiornamento del 7 dicembre. Alla fine viene fuori che la notizia riguardante la presenza della mafia nigeriana ai funerali di Emmanuel è una velina di polizia basata su una presunta «fonte confidenziale» e accreditata dal Marcello Gasparini vicequestore di Macerata:
«Al funerale di CHIDI NNANDI Emmanuel […] avvenuto in Fermo (FM) sono intervenuti membri della setta Black Axe, riconoscibili perché tutti indossanti abiti dal colore rosso e nero, al verosimile fine di rendergli manifestamente gli onori […]»
Ci sarebbe da ridere, se la manovra non fosse volta a garantire l’impunità a un neofascista e non confermasse, ancora una volta, la convergenza tra funzionari di polizia ed estrema destra.
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Aggiornamento del 4 dicembre 2016. Ora si scopre a che cosa serviva la bufala sul «Fatto quotidiano». La difesa del neofascista Amedeo Mancini ha depositato una richiesta di patteggiamento presso la cancelleria del tribunale di Fermo. Una persona violenta, che ha ucciso un uomo per razzismo, chiede ora allo Stato una pena solo formale, e anzi una sostanziale impunità. Per militanti e simpatizzanti di CasaPound sarebbe una sorta di licenza di uccidere.
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Una nuova, ignobile montatura si aggiunge adesso alla storia dell’omicidio di Emmanuel Chidi Nnamdi, ucciso a Fermo lo scorso luglio.
Non solo il neofascista Amedeo Mancini, responsabile dell’omicidio, se ne è tornato a casa il 12 ottobre tra applausi e acclamazioni della tifoseria fermana, dopo mesi di menzogne, insinuazioni, false testimonianze e una campagna mediatica mistificatoria e innocentista.
Non solo il sindaco Calcinaro, che in luglio aveva strombazzato di volersi costituire parte civile contro Mancini, aveva finito per prendere di fatto le difese dell’assassino affermando che «la città si è schierata con Amedeo».
Ecco ora l’ennesima montatura innescata da Sandra Amurri sul «Fatto quotidiano» e ripresa dal solito «Resto del Carlino», da CasaPound, dal «Corriere adriatico», da Giovanardi…
Tornano ora in circolazione le vecchie balle sul palo stradale, insieme a uno stupefacente – si fa per dire – rapporto confidenziale che dipinge i nigeriani presenti al funerale – tutti peraltro debitamente «attenzionati» dalla questura! – e persino la vittima come membri della «pericolosa e vendicativa» Black Axe, la mafia nigeriana. Così, grazie al «Fatto quotidiano», il razzismo diventa finalmente sano senso di giustizia.
Bisogna comunque ringraziare Giovanardi perché nel suo apologetico pamphlet sull’omicidio di Fermo, Opposti razzismi a confronto, ha pubblicato un provvedimento del tribunale di Ancona – che rigettava la richiesta di scarcerazione per Mancini – dal quale si apprende che il neofascista ha sferrato il pugno fatale quando l’ordine era già stato, per così dire, ristabilito, cioè davanti a ben due agenti della municipale che, probabilmente, stavano guardando gli uccellini!
«risulta, invece, inequivocabilmente, sia dal rapporto di servizio dei vigili urbani MUCCICHINI STEFANO e ROGANTE ALBERTO, sia dalle s.i.t. di entrambi e del Rogante in particolare, che, nel momento in cui è stato sferrato il pugno letale, essi erano già intervenuti a ripristinare l’ordine; in particolare il Rogante dichiara nelle s.i.t. dell’8.7.2016: “ho fatto cenno ad Amedeo di venire verso di me con l’intenzione di portarlo verso la macchina di servizio; egli si è scoperto la spalla sinistra e mi ha indicato la gamba sinistra, mostrandomi dei segni di percosse, asserendo che fossero stati causati dall’uomo di colore con l’ausilio di un palo segnaletico stradale. Specificatamente ricordo che diceva: m’ha tirato lu segnale, guarda qua. Io mi sono voltato verso la macchina di servizio ed ho udito un rumore sordo, come un tonfo, mi sono girato ed ho visto la persona di colore stesa a terra”»
Bisogna anzitutto ricordare che non c’è il dna di Emmanuel sul paletto che, secondo i presunti «testimoni oculari», il nigeriano avrebbe usato per colpire Mancini. Invece, ad essere molto evidenti sul segnale sono le tracce di Mancini. Proprio come aveva detto la moglie, contro cui tanti giornali hanno promosso una campagna diffamatoria cercando di trasformare la vittima in aggressore…
Va poi considerato che Stefano Muccichini è il vicecomandante dei vigili urbani di Fermo. Mentre l’eroico Alberto Rogante era già balzato agli onori delle cronachette locali per le sue provocazioni contro i venditori abusivi.
Non sarebbe certo la prima volta che gli uomini in divisa risultano reticenti per coprire un omicidio.