Al sindaco di Bologna e all’assemblea regionale dell’Emilia-Romagna.
Sabato 17 dicembre in Cappella Farnese si terrà una commemorazione istituzionale del neofascista Marcello Bignami a dieci anni dalla sua scomparsa, con il patrocinio del Comune di Bologna, della Città Metropolitana, della Regione Emilia-Romagna, e la partecipazione bipartisan di Ignazio La Russa, Simonetta Saliera, Maurizio Gasparri, Walter Vitali, Gianfranco Fini, Marcello Veneziani…
Ma chi era costui?
Fino all’ultimo Marcello Bignami fu un neofascista convinto, tanto da dichiarare: «Cosa ha continuato a legare il MSI ad AN è sicuramente un gran sentimento che è poi quello che aveva unito il MSI, la RSI, il Fascismo e anche prima del Fascismo, cioè i Valori».
Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, Marcello Bignami è stato il principale responsabile di aggressioni squadriste davanti alle scuole bolognesi e all’Università, insieme a un manipolo di camerati del FUAN – di cui era il capo – che si opponevano alle lotte del movimento studentesco con mazze, spranghe e tirapugni. Bignami fu un neofascista sprangatore di studenti.
Nelle indagini seguite al cosiddetto «Dossier Due Torri» sulla realtà del neofascismo bolognese, redatto dal PCI e poi trasmesso alla Procura di Bologna, venne fuori che l’area neofascista si preparava in quegli anni a un salto di qualità passando ad azioni armate.
L’8 marzo 1974 a Castenaso Marcello Bignami venne ferito alle gambe con alcuni colpi di pistola mentre progettava di alzare il livello dello scontro.
Poi imparò la buona educazione e Bologna lo ricorda nelle vesti di infaticabile consigliere regionale di AN, noto per centinaia e centinaia di proposte oziose, battaglie strampalate, interpellanze inefficaci, carte vane. Ovviamente, come si usa in Italia, la poltrona è poi passata al figlio Galeazzo…
Riteniamo un fatto deprecabile che le istituzioni bolognesi commemorino una persona che non solo non ha meriti di alcun genere, né civili né culturali né artistici, ma che non ha mai preso le distanze dal Fascismo e che anzi, in gioventù, ha fatto del male alla città promuovendo con la violenza un’ideologia odiosa e intollerante.
Bologna ha pagato un prezzo molto alto per le violenze squadriste di fascisti e neofascisti e per lo stragismo dell’estrema destra, dalla strage dell’Italicus del 3 agosto 1974 a quella della Stazione di Bologna del 2 agosto 1980.
Marcello Bignami non ha mai preso minimamente le distanze né dal suo passato di picchiatore, né dalle violenze e dalle stragi della destra neofascista.
Per questo chiediamo:
– che venga pubblicamente ritirato il patrocinio del Comune, della Città metropolitana e della Regione alla celebrazione di un neofascista che non ha mai fatto chiarezza sul proprio passato;
– che non venga concessa la Cappella Farnese né altro spazio pubblico, o altrimenti che sia data in affitto come se la richiedesse un comune cittadino;
– che il Dossier Due Torri sia pubblico e scaricabile in pdf dal sito web del Comune di Bologna come documento rilevante della storia della città.
Ricordare che Marcello Bignami fu capo dello squadrismo neofascista negli anni in cui cominciava lo stragismo nero non significa oltraggiare la pietà che si deve ai morti, ma rendere giustizia alla storia in quanto eredità collettiva e monito per il futuro.
Invitiamo tutte e tutti coloro che si riconoscono nei valori dell’antifascismo a esprimere la propria contrarietà a una celebrazione istituzionale che offende la storia di questa città.
Nodo sociale antifascista