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Sfregi, distrazioni e manipolazioni

I media non sono certo uno strumento di trasparenza, ma un esercizio di potere più o meno onesto, più o meno manipolatorio, perché mostrano sempre un dettaglio staccato e nascondono il resto della realtà in cui viviamo.

Per la Festa della Liberazione una manifestazione plurale, varia, ricca di discorsi, di memoria e di protesta ha percorso Bologna ed è stata certamente una delle iniziative più vivaci e partecipate in città. Ma per nasconderla i giornali hanno fatto vedere solo la scritta «Palestina libera» sul Memoriale della Shoah collegandola surrettiziamente alla manifestazione. Tanto per non perdere il vizio.

Persino Radio Città del Capo, che ci ha telefonato e intervistato durante la manifestazione alle 12.30, non si è presa la briga di richiamarci per avere magari un commento prima di mettere insieme due cose che non c’entrano affatto.

Tanto più che i veri sfregi sono anche altri. Sul grande murales per la partigiana Irma Bandiera i neofascisti il 25 aprile hanno scritto «SI TAV» – uno slogan riconducibile a CasaPound e assai simile a questo di qualche mese fa – continuando sulla linea di vandalizzare i murales, le lapidi, le corone che ricordano la Resistenza nel silenzio generale. Da qualche mese, tutte le vie del centro storico sono piene di svastiche, di scritte antisemite e antiarabe, di DUX e croci celtiche, e con grafie diverse nelle medesime strade a mostrare un esercizio organizzato di imbrattamento politico. E qui il Comune non cancella niente.

Ma anche le istituzioni fanno la loro parte. Nello spazio del Memoriale della Shoah ora campeggia un albero di plastica con un orologio sciolto che riproduce un quadro di Salvador Dalí forse per pubblicizzare una qualche mostra. Chi ha deciso l’istallazione, avrà letto distrattamente il titolo del quadro, «La persistenza della memoria», e avrà pensato che ci stava bene.

Salvador Dalí è stato un fervente sostenitore del governo fascista di Franco alleato di Hitler, un acceso integralista cattolico, uno che sollecitava Franco a fucilare gli oppositori… George Orwell scrisse che «Dalí è contemporaneamente un grande artista ed un disgustoso essere umano». Non si capisce cosa c’entri con la Shoah e anzi a noi quell’albero con orologio nel perimetro del Memoriale ci sembra un sfregio alla verità e ai morti.

Perché ridurre tutto ad attrazione turistica è già di per sé una politica dello sfregio forse ben più grave di tutti gli imbrattamenti.

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