Riceviamo e condividiamo questo appello per un presidio-pranzo sociale contro la ditta Concerta (che gestisce sia la mensa universitaria che i pasti al CIE di Bologna) e in solidarietà ai detenuti in sciopero della fame nella giornata di martedì 4 Maggio 2010, dalle ore 12, in Piazza Puntoni davanti la mensa [incrocio V. Zamboni – V. Belle Arti].
FACCIAMOLA FINITA CON LA CONCERTA
Sulle tracce
ovvero la spinta che ci ha portato fin qua
Abbiamo scelto di scagliarci contro i C.I.E., uno tra i tanti dispositivi di controllo che viviamo nell’oggi, per la stringente attualità dell’obiettivo; perché la novità delle politiche coercitive nel regolamento del flusso dei migranti rappresentano l’attualizzazione di quel percorso coloniale che l’occidente ha dichiarato sul resto del mondo anni or sono.
Sull’orizzonte
ovvero le ragioni che ci muovono i passi
Combattere oggi i dispositivi di controllo sui migranti, significa in primo luogo riaffermare ciò che naturalmente costituisce un essere vivente, cioè la libertà e il diritto di tentare la sopravvivenza dove può, lottare per la propria liberazione e la realizzazione delle volontà personali, o almeno il tentativo di queste.
Ma combattere i CIE non vuol dire solo muovere guerra all’ennesimo strumento di controllo che intensifica il panorama di carceri, istituti di controllo, di detenzione e repressione. Vuol dire anche tentare di sabotare quel meccanismo che è prima di tutto economico e di sfruttamento, e combattere lo sfruttamento degli altri significa combattere anche contro il proprio. Insomma lottare contro queste gabbie dentro cui non siamo rinchiusi (ancora) è lottare anche per noi stessi.
I centri per migranti (CIE, Cara, CdA etc etc) costituiscono lo spauracchio con il quale viene spaventata l’enorme mole di migranti irregolari lavoratori e non presenti in Italia: un dispositivo deterrente il cui compito è appunto tenere a bada un flusso necessario ma difficilmente controllabile, amministrabile, sindacalizzabile, rappresentabile. I migranti sono necessari al PIL italiano, ma rappresentano un problema di ordine pubblico, sociale e politico: non ci sono margini di contrattazione, l’unica modalità che il potere può usare nel dialogo con loro è quella della paura e della repressione. Attraverso la minaccia della privazione improvvisa delle proprie chance in occidente (perdita del contratto, conseguente perdita dei diritti, espulsione, con o senza detenzione nei CIE…) lo Stato garantisce ai padroncini che tutela il coltello dalla parte del manico nella relazione lavorativa. Ed è facile intuire che un bacino di manovalanza ricattata abbassa il livello di vivibilità per tutti, compresi quelli che in tasca tengono il documento giusto, quello Italiano.
Sul sentiero
ovvero la strada che è segnata e quella da segnare ancora
Abbiamo riconosciuto nei metodi con i quali è stata portata avanti la lotta contro i CIE una generosa parzialità che è sinceramente inappropriata rispetto la sfida e la chiarezza del nemico. Non abbiamo ricette pronte, ma sappiamo che tra i dardi che ci rimangono da scoccare c’è quello di colpire l’interesse economico nella detenzione dei migranti, ovvero quell’intero sistema gestionale che si muove tra appalti, finanziamenti e accordi per amministrare il fiume di denaro che lo Stato riversa nel progetto razzista dei CIE.
Il lager di Bologna, in Via Mattei, gestito dalla Misericordia dei fratelli Giovanardi, riserva ai suoi ospiti un menu di “solita merda” condita con psicofarmaci (per sedare quelli che ironicamente chiamano “ospiti”) ricevendo dallo Stato 72 € a detenuto/al giorno, mentre per quello di Modena (sempre gestione Giovanardi) addirittura 75 €.
Non possiamo stare a guardare mentre si arricchiscono con la gestione dei lager. Noi, studenti, studentesse e lavoratori del comparto universitario e dell’indotto, siamo complici quando spendiamo 7 € per un pasto alla Mensa universitaria, finanziando la stessa azienda che imbottisce i pasti di psicofarmaci, che fa affari con il razzismo istituzionale, con CIE e carceri e altri istituti totali.
Per questo ci proponiamo di lanciare un pranzo sociale contro la Concerta S.p.a. che gestisce anche la mensa universitaria, in solidarietà con i reclusi nel CIE, di nuovo in sciopero della fame. Vogliamo la cessione dell’appalto tra mensa universitaria e Concerta o qualunque azienda faccia affari con carceri, cie e altre strutture totali.
Consapevoli che la forza di una lotta con obiettivo e fine specifico sta nell’unità di intenti e nell’eterogeneità delle modalità, dei soggetti, e dei percorsi, invitiamo tutte le realtà di movimento, gli studenti e le studentesse, gli individui, i collettivi universitari al presidio / pranzo sociale contro la Concerta e in solidarietà ai detenuti in sciopero della fame.
MARTEDI 4 Maggio 2010
h 12.00 – c/o Piazza Puntoni
davanti la mensa [incrocio V. Zamboni – V. Belle Arti]
Aula C – Autogestita
aulac@canaglie.net // aula-c.noblogs.org