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Un neofascista amico e socio del sindaco di Bologna


Non che ci interessi commentare le miserevoli disavventure giudiziarie del sindaco di Bologna. Già nella Divina commedia Dante invitava a non prestare orecchio alle risse indecorose dei politicanti: «ché voler ciò udire è bassa voglia».

Tuttavia riteniamo un fatto pessimo che il sindaco di Bologna risulti «amico» e «socio in affari» di un neofascista bolognese come Francesco Stagni, storico militante dell’MSI, segretario del Fronte della Gioventù negli anni Settanta, negli ultimi quindici anni sempre in prima fila a negare la matrice neofascista della strage del 2 agosto, e ora vicino alla Fiamma di Storace. Uno di quei tristi, maldestri personaggi che per decenni hanno cercato di fare del revisionismo senza argomenti per inquinare il ricordo dello stragismo neofascista.

In ciò il sindaco Delbono è senz’altro sulla linea comodamente bipartisan di Cofferati che, ad esempio, il primo maggio 2007 diede dal palco il benvenuto al sindacato di estrema destra UGL parlando davanti a uno striscione di solidarietà allo stragista nero Luigi Ciavardini: «Strage di Bologna: Ciavardini innocente». E non fece una piega.

Con quale faccia l’attuale sindaco di Bologna prenderà parte al ricordo dei crimini fascisti e neofascisti che hanno insanguinato questa città e ne hanno segnato profondamente l’anima antifascista?

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