Gentile commissario di Bologna Anna Maria Cancellieri,
scriveva Anatole France che la legge è quella cosa che «in modo imparziale proibisce ai ricchi così come ai poveri di dormire sotto i ponti, mendicare per le strade e rubare il pane». Oggi, in linea con le amministrazioni Cofferati e Delbono, anche Lei si richiama al rispetto della «legalità».
È un fatto che in questa città si continuino a mettere a disposizione sale comunali a organizzazioni neofasciste, come avverrà anche domenica 21 febbraio presso la Sala dell’Angelo, e si continuino a permettere concerti neonazisti, come avverà sabato 20 febbraio con l’esibizione di una band di picchiatori, i «Legittima offesa», che a Bologna si è distinta per violenti pestaggi e altre offese «legittime».
Non sarebbe nostra competenza ricordare a Lei che la legge fondamentale della Repubblica Italiana, ovvero la Costituzione, in particolare la XII disposizione transitoria, vieta espressamente la riorganizzazione sotto qualsiasi forma di un partito fascista.
Non dovremmo nemmeno ricordarLe che la legge 645/52, la cosiddetta legge Scelba, contenente le norme di attuazione della disposizone costituzionale, all’art. 4 sancisce il reato commesso da chiunque «fa propaganda per la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità» di riorganizzazione di partito fascista, oppure da chiunque «pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche».
Certamente l’associazione «CasaPound Italia» dichiara sul suo sito l’intento «di sviluppare in maniera organica un progetto ed una struttura politica nuova, che proietti nel futuro il patrimonio ideale ed umano che il Fascismo italiano ha costruito con immenso sacrificio». E opera in tutt’Italia in modo conseguente con le sue premesse di organizzazione neofascista.
Le chiediamo dunque se anche Lei si distinguerà per quella legalità «legittima» che, nei mesi e anni passati, ha permesso tante «legittime offese», manifestazioni e conferenze neofasciste, concerti nazi, una campagna razzista di allarme sociale contro rom e lavavetri, l’uso delle ruspe contro le baracche in nome della «sicurezza», e quel rispetto dei poteri forti contro la storia e la voglia di vivere di questa città.
Cordialmente
il Nodo Sociale Antifascista