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«Vita di strada» e nazi-lance: brutta propaganda alla scuola di giornalismo

«Sono la voce degli skinheads bolognesi. E fanno molto rumore. Da 12 anni in trincea. Le loro canzoni come un’arma da puntare. Profeti del RAC (Rock Against Communism), nella terra più difficile»: così comincia uno squallido articolo di propaganda sui “Legittima Offesa” di un aspirante giornalista apparso sul settimanale online “La Stefani” della scuola di giornalismo di Bologna (vedi qui e qui).

Certo, oggi il vento è cambiato e parlare bene di neofascismo sui giornali di regime è un obbligo per chi vuol fare un minimo di carriera. Un tempo i giornalisti cercavano qualche briciolo di verità, facevano inchieste, contribuivano a far crescere una coscienza critica oggettiva. Da vari anni, invece, il giornalista medio è un trascrittore di veline, un “velinaro”, un impiegato dinanzi al monitor, che aggiusta la realtà secondo le convenienze. Non fanno eccezione questi due articoli, in cui non solo non si parla di quale “offesa” sia “legittima” secondo le canzoni dei “Legittima Offesa” (l’odio e la discriminazione razziale, la violenza contro i “comunisti”, il mito del “quanto sangue quanto onore”, l’apologia di fascismo, ecc.), ma si trascura per giunta il fatto che nell’ultimo decennio i musicisti dei “Legittima Offesa” abbiano aggredito a suon di botte e bottigliate tante persone a caso, per svago da nazi, magari perché avevano i capelli troppo lunghi o una maglietta inopportuna.

Aggressioni e intimidazioni che per anni non hanno meritato nemmeno un trafiletto sui giornali. E quando lo hanno meritato, i giornalisti equanimi parlavano di “rissa tra balordi”.

Ecco qualche fatto:
Un ragazzo di Cesena, la sera del 9 luglio 2005, uscendo dalla discoteca Rock Planet di Pinarella di Cervia fu affrontato da un gruppo di persone una delle quali, armata di bottiglia, lo colpì ripetutamente al volto sfregiandolo, dato che il contenitore di vetro si era frantumato. Movente dell’aggressione l’appartenenza all’area politica di sinistra: «Sei comunista, vero?» «Sì, ma che c’entra», e via al pestaggio. L’aggredito ha però riconosciuto in foto il suo aggressore: Luigi Guerzoni, detto Gigi, 34 anni, bolognese con residenza a Castel Bolognese, responsabile provinciale dei giovani di Forza Nuova, già coinvolto in gravi fatti di violenza, voce e chitarra del gruppo musicale nazirock “Legittima Offesa” (vedi Carlino Ravenna).

Verso le tre e mezza del 15 novembre 2008, due ragazzi e una ragazza che tornavano da una festa di laurea in Piazza Santo Stefano, hanno incrociato, dalle parti di Piazza della Mercanzia, un gruppo di nazisti che li ha aggrediti e picchiati. Fra i picchiatori vi erano il cantante e il batterista del gruppo “Legittima offesa”. Uno dei due è anche responsabile provinciale dei giovani di Forza Nuova. A quanto si apprende, contro i ragazzi sono state utilizzate anche bottiglie di vetro e gli sgabelli di un bar. Il ferito più grave ha ricevuto un brutto colpo all’occhio, ed ha naso e zigomi fratturati. Dovrà essere presto operato. A scatenare l’aggressione sarebbe stato l’aspetto fisico dei tre: capelli lunghi e soprattutto una chitarra e un bongo, subito preso di mira e danneggiato (vedi Zic.it).

Ed è un altro fatto che il leader dei “Legittima Offesa” abbia numerosi precedenti per reati di discriminazione razziale, porto d’armi, fabbricazione di ordigni esplosivi, violenze e minacce. Secondo l’aspirante pinocchio della “Stefani”, questa sarebbe “vita di strada, dalla parte del torto”. È la nuova professionalità giornalistica insegnata da questa società: eufemismi, perifrasi, reticenze, menzogne.

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