Dopo le considerazioni sui rottami della storia recente che pongono in posizione nuova e avanzata l’antifascismo, riproponiamo questa riflessione del Coordinamento Antifascista e Antirazzista Toscano. Sulla repressione odierna vale ciò che Fabbri scriveva già nel 1921 di fronte allo squadrismo fascista:
«Capitalismo e governanti … capirono che il fascismo era una buona arma e gli assicurarono subito tutti i propri aiuti in danaro e armi, chiudendo gli occhi sugli atti illegali, e dov’era necessario assicurandogli le spalle con l’intervento della forza armata che, col pretesto di rimetter l’ordine, correva a dar mano forte ai fascisti dove questi invece di darle cominciavano a prenderle».
25 APRILE: MAI COME OGGI, RESISTENZA!
da caatoscano
I grandi mezzi d’informazione tacciono sui gravissimi fatti che avvengono in molte città, nelle università, nelle scuole, dove si verificano aggressioni da parte dei fascisti di “Casapound” e “Blocco studentesco”, di “Fiamma tricolore”, di “Forza nuova” ai danni di ragazzi di sinistra, di studenti dei “Collettivi universitari” e di altri studenti “colpevoli” di non essere fascisti.
Il tutto, spesso, davanti a poliziotti e carabinieri schierati a proteggere gli squadristi neri e, addirittura, a fermare e portare in caserma gli aggrediti.
In Toscana, da ottobre a gennaio sono stati detenuti in carcere o agli arresti domiciliari numerosi antifascisti di Pistoia, Firenze e Livorno, vittime di montature poliziesche, di false testimonianze di fascisti, di accondiscendenti provvedimenti giudiziari da parte della magistratura di Pistoia, fino alla recente condanna a due anni di detenzione di un giovane anarchico pistoiese, completamente estraneo ai fatti di cui era stato accusato.
È evidente che i fascisti sono da tempo protagonisti di una campagna di aggressioni squadriste, perché, funzionali come sono al progetto liberticida del governo, possono contare sul suo sostegno, in particolare su quello del ministro di polizia, il famoso Maroni, colui che sta perseguitando a man bassa i migranti e che non fece una piega quando “vigilantes” e fascisti, capeggiati da un dirigente dell’azienda Eutelia, a novembre aggredirono in piena notte i lavoratori, da mesi senza salario, che vi si trovavano da giorni in assemblea permanente.
Mai come oggi, l’antifascismo deve configurarsi come resistenza ai fascisti e alle loro azioni, nonché al piano del governo, che sta infliggendo al Paese una gestione delle cosiddette “forze dell’ordine” degna di uno “stato di polizia”; e che si sta sviluppando con leggi di cancellazione totalitaria degli spazi di democrazia e libertà, in particolare verso i migranti, trattati con una legislazione di tipo razziale, qual è il cosiddetto “pacchetto sicurezza”.
Mai come oggi, l’antifascismo deve organizzarsi nei posti di lavoro come resistenza ai metodi che la gerarchia aziendale usa sui lavoratori, trattandoli non come persone e cittadini, ma come sudditi di una dittatura in cui vige impunito l’arbitrio padronale, mentre il governo sforna leggi che stanno facendo strage del diritto del lavoro e Cisl, Uil e Confindustria si accordano su contratti-capestro, a cui la Cgil si guarda bene dall’organizzare una reale opposizione.
Mai come oggi, l’antifascismo deve caratterizzarsi nelle scuole come resistenza alla distruzione governativa della pubblica istruzione, perché diventi ben altro che un laboratorio progressista di formazione e di acquisizione di saperi; come resistenza alla instaurazione, tramite la controriforma “Gelmini”, di una macchina di indottrinamento finalizzata a fare il lavaggio del cervello agli studenti, anche cancellando dall’insegnamento della storia le pagine del fascismo, dell’antifascismo, della Resistenza partigiana e della Liberazione.
Mai come oggi, l’antifascismo deve impegnarsi sul terreno della controinformazione, come resistenza alla manipolazione delle coscienze e delle intelligenze operata dalla pratica generalità dei mezzi d’informazione, in particolare televisivi, tutti di proprietà del capo del governo o diretti da uno stato maggiore di mercenari al suo servizio.
Mai come oggi, è necessario attualizzare la lezione politica e culturale, civile e sociale del 25 aprile 1945, come momento culminante a cui approdò la Resistenza, protagonista del percorso di liberazione dalla barbarie fascista e nazista.
Coordinamento Antifascista Antirazzista Toscano