I fascisti si sono allontanati spostandosi in Piazza Galvani. Poi alcune decine di antifascisti in corteo fino a via Guerrazzi. Il report su Zic
Di seguito i testi dei due volantini non firmati diffusi al presidio antifascista
Nel 1920 Benito Mussolini affermava:
«Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone.
I confini dell’Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche:
io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 500 italiani»
Nel Marzo 2004 il governo Berlusconi istituisce il “Giorno del Ricordo”,
che si celebra il 10 Febbraio, come commemorazione delle vittime delle foibe.
Cosa sappiamo delle Foibe in Istria e Dalmazia?
326 vittime accertate, 6.000 vittime ipotizzate senza concrete prove storiografiche.
In Istria nel ‘43 le persone uccise nel corso della insurrezione antifascista successiva all’8 settembre 1943 sono fra le 250 e le 500, la gran parte uccise al momento della rioccupazione del territorio da parte dei nazifascisti;
Nel ‘45 le persone scomparse, sono meno di cinquecento a Trieste e meno di mille a Gorizia, alcuni fucilati ma la gran parte morti di malattia in campo di concentramento in Jugoslavia.
Nel ‘45 le persone “infoibate” furono alcune decine, e per queste morti ci furono nei mesi successivi dei processi e delle condanne, da cui risultava che si era trattato in genere di vendette personali nei confronti di spie o ritenute tali.
Non si tratta di fare una gara a chi fece più morti, ma semplicemente di affermare che la casistica documentata non corrisponde ad un progetto di pulizia etnica, come la propaganda nazifascista e gli storici revisionisti che si riferiscono ad essa ci vogliono far credere.
Le foibe non fanno parte della tradizione partigiana e antifascista ma “già durante la prima guerra mondiale, che fu combattuta soprattutto in queste terre, le foibe venivano usate come luogo di sepoltura “veloce” dopo le sanguinose battaglie, e nell’immediato dopoguerra i fascisti pubblicavano testi di canzoncine in cui si minacciava di buttare nelle foibe chi si ostinava a non parlare “di Dante la favella” (canzonetta nazionalfascista).
Cosa significa istituzionalizzare la
commemorazione delle vittime delle Foibe?
Dimenticare le vittime del razzismo, del nazionalismo, del colonialismo fascista in Istria e Dalmazia: italianizzazione forzata (fino al divieto dell’uso della lingua croata in famiglia) di tutti gli enti pubblici, scuole e associazioni culturali croate, che provocò un esodo di 70.000 Croati e Sloveni verso la Jugoslavia.
45.000 civili sloveni e croati uccisi dai fascisti; 95.000 arrestati e internati.
15 campi di concentramento italiani in Jugoslavia e 14.000 prigionieri deceduti nei lager italiani in Slovenia;
1000 ostaggi fucilati dall’esercito italiano nel territorio di Lubiana tra il 1941 e il 1943;
35.000 persone deportate in Italia nei campi di concentramento;
4.500 morte nel campo dell’isola di Arbe.
Per non parlare delle vittime libiche, etiopi e somale.
Legittimare gli esecutori materiali e i mandanti di questi eccidi.
Mettere sullo stesso piano nazifascisti e antifascisti, la Repubblica di Salò e la Resistenza,
in nome di una memoria storica “condivisa”,
costruita su prove storiografiche inaffidabili e sul parere di storici revisionisti.
Per approfondire l’argomento vedi: E. Collotti, A. Kersevan, C. Cernigoi, S. Volk.
Storici revisionisti delle foibe: L. Papo, M. Pasquinelli, M. Pirina, G. Rustia, A. Sinagra; si consiglia di informarsi sull’appartenenza politica di questi personaggi e sulle fonti cui fanno riferimento.
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Italiani? Brava gente…
Negli ultimi anni la retorica patriottarda ha concesso agli eredi dell’intolleranza e dell’orrore fascista, impegnati nell’opera di mistificazione e negazionismo dei crimini abominevoli di cui si sono macchiati, un’altra data da segnare sul calendario.
La Giornata del Ricordo. Ma del ricordo di cosa?
La violenza nazi-fascista nei territori della ex Jugoslavia fu atroce, provocando circa 45000 morti tra sloveni, croati e antifascisti italiani e oltre 95000 arrestati, imprigionati e torturati nei campi di sterminio. Campi fascisti,“italianissimi”, come quelli di Arbe e Gonars.
Una violenza che prima di distruggere i corpi tentò di fiaccarne le resistenze, calpestarne la dignità attraverso processi di italianizzazione forzata, cancellazione e negazione delle culture che incontrava, scolarizzazione di regime.
Come sempre avviene, quando la “verità” è fatta ad uso e consumo degli interessi della politica, le cifre stesse vengono falsate, e qualche centinaio di corpi rinvenuti diventano 10000, 15000, 30000 addirittura, gettati vivi nelle foibe per la sola colpa di essere italiani.
La Giornata del Ricordo viene così subdolamente avvicinata a quella della Memoria sulla Shoa, compiendo un drammatico accostamento tra ciò che fu uno sterminio razionalmente e scientificamente programmato e quello che appare con evidenza l’esito, logicamente cruento, di un altrettanto cruento scontro bellico. Il bellicismo dei “violenti o dolenti”!
Che queste menzogne vengano oggi assunte come “verità”, che una campagna artificiosa e denigratoria nei confronti della Resistenza antifascista venga spacciata per “storia” non vogliamo tollerarlo.
Risulta evidente che questa data serve ai fascisti di ieri e di oggi per uscire dal silenzio in cui la vergogna doveva confinarli e urlare le loro menzogne, cercando di compattare “gli italiani” in una pacificazione di cui solo chi è stato rigettato dalla storia ha bisogno.
È del resto pratica non nuova quella di appellarsi ad una comune appartenenza – quella “nazionale” – per costruire ad arte il nemico, criminalizzarlo, metterlo alla gogna. E sbattere sotto il tappeto le nefandezze che si sono perpetrate su migliaia di persone, donne e uomini, in nome della più abominevole costruzione ideologica cui ci si possa richiamare: la – presunta – superiorità razziale.
NON VOGLIAMO ASSISTERE IN UN COMPLICE SILENZIO ALLA PERICOLOSA DERIVA NEOFASCISTA E RAZZISTA CHE VUOLE FARE DELLE VITTIME I CARNEFICI!
ORA E SEMPRE RESISTENZA!