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Parole e misfatti

A Salerno CasaPound replica uno dei suoi consunti numeri post-ideologici: la conferenza in omaggio a Ernesto «Che» Guevara, il quale però da ragazzo militava in una risoluta organizzazione antifascista come la Juventud de Acción Argentina. È la solita mossa stantìa per far notizia e passare da «creativi»: vedi 1, 2.

Intanto, in Grecia sta destando scalpore l’entrata nel governo di alcuni esponenti di un partitino di estrema destra fondato da un ex colonnello golpista. C’è chi si chiede se siano più importanti «i conti e le politiche rigoriste dettate da Bruxelles o i principi di uno stato democratico che ripudia la dittatura e i suoi eredi». Invece in Italia il problema pare superato, dopo quasi un ventennio di postfascisti, piduisti e razzisti al potere…

In Germania si è scoperto che, fra il 2000 e il 2006, tre terroristi di estrema destra hanno ucciso turchi e greci colpevoli di vendere kebab. I tre vivevano a Zwickau in Sassonia e facevano parte del gruppo «Underground nazionalsocialista», che aveva come motto lo slogan «Fatti al posto delle parole». I «fatti» erano però omicidi e, grazie alla scoperta del gruppo, si stanno per chiarire una decina di delitti. Tra questi la maggior parte ha coinvolto immigrati turchi che vendevano kebab, simbolo della Germania multiculturale: vedi 1, 2. Invece in Italia il problema del kebab pare assolutamente bipartisan.

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