Guido, dopo diversi mesi di irreperibilità, si è presentato all’udienza preliminare che si è svolta a Cuneo sabato 26 novembre per gli scontri scoppiati a febbraio durante la contestazione dell’apertura di una sede di CasaPound. Riproduciamo solo la parte finale del comunicato che ha letto. Qui il testo intero.
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Il processo che ci aspetta è in tal senso esemplare: non sono i «bravi ragazzi» di CasaPound che ci ritroviamo a fronteggiare, ma la Questura di Cuneo che per l’ennesima volta cerca di toglierci dai piedi, e giudici compiacenti che, nell’imbastire un processo per scontri di piazza (situazione che necessariamente prevede due parti contrapposte), decidono deliberatamente di assecondare la criminalizzazione degli antifascisti e lasciare via libera agli scagnozzi in camicia nera. Forse «Cuneo medaglia d’oro della Resistenza» non ci avrà fatto caso, ma è un processo davvero imbarazzante per la Storia quello che si celebra davanti al balcone di Galimberti.
Senza dimenticarmi che, fino a quando non avremo spazzato via le scorie del fascismo, una minaccia in più graverà sulle strade per una libera autodeterminazione individuale e collettiva. Vado a vedere dunque che faccia abbiano le autorità a cui è stato chiesto di condannare l’antifascismo in queste terre di partigiani… ma non aspetto che l’ora di ritrovarmi al vostro fianco per continuare i sentieri che più possono nuocere ad un sistema sociale così disastroso e nocivo. Un abbraccio a tutti gli imputati del processo e a coloro che non hanno fatto, né faranno mancare la loro solidarietà!