Pare che il Quartiere Santo Stefano stia diventando a Bologna un centro di propaganda del nazifascismo. Ancora una volta, sabato 17 marzo alle ore 16, la Sala dell’Angelo ospiterà infatti un’iniziativa di stampo neofascista, travestita da commemorazione nazionalista di Enrico Mattei.
Non sono più i neonazisti di Forza Nuova, ma neofascisti noglobal “antimperialisti” che cercano di mimetizzare il loro razzismo e autoritarismo con discorsi vagamente “rivoluzionari”, sempre fondati su immaginosi “complotti” finanziari e – guarda caso! – sulla negazione del genocidio compiuto dai nazisti contro gli ebrei.
Con il patrocinio del Comune di Bologna – Quartiere Santo Stefano, interverranno su quella che, da qualche anno, è diventata una figura simbolo per il neofascismo e il negazionismo alcuni neofascisti e affini in panni noglobal, fra cui il professor Claudio Moffa, secondo il quale Auschwitz sarebbe un falso storico, i racconti dei sopravvissuti ai campi di concentramento “non fedeli”, e invece Ahmadinejad e Bashar al-Asad grandi statisti… E il moderatore dell’incontro sarà il rossobruno Stefano Vernole animatore del “Progetto Eurasia”.
Come si sa, l’ideologia del Fascismo è nata storicamente da una rete di scambi e ibridazioni tra “destra” e “sinistra”, combinando lotta di classe e nazionalismo, dittatura del proletariato e stirpe eletta, socialismo e razzismo.
L’ideologia fascista da sempre si è alimentata di discorsi rivoluzionari e libertari per virarli verso l’autoritarismo. Per questo la resistibile ascesa del fascismo porta sempre con sé persistenti fenomeni di collaborazionismo e mimetismo politico. Per questo i neofascisti sono tanto interessati a fare discorsi “di sinistra”, “anticapitalisti”, “rivoluzionari”, “antimperialisti”. Non da oggi è la loro strategia.
Ma le idee portate avanti dai neofascisti attuali non sono che una versione aggiornata e travestita delle idee del fascismo storico. Alla lobby giudaico-pluto-massonica, cara alla propaganda nazista, subentra oggi la lobby mondialista. Al razzismo si sostituisce il “no all’immigrazione” e il “no al multiculturalismo”. E tuttavia il neofascismo continua a negare lo sterminio nazista, a esaltare il regime fascista, a praticare lo squadrismo “patriottico” contro immigrati, compagni, gay e lesbiche.
Anche il “Progetto Eurasia” si iscrive in questa strategia politica. La difesa delle differenze culturali è strumentalizzata dai neofascisti per invocare l’arroccamento nazionalista “eurasiatico”. L’anticapitalismo e l’attacco alle multinazionali nascondono una visione profondamente regressiva e conservatrice, che vorrebbe il “ritorno” a un’era gerarchica e premoderna. Analogamente, la contrapposizione al potere statale è considerata necessaria solo al formarsi di una nuova élite, e non a una trasformazione in senso democratico e libertario. Anche il loro antimperialismo non è difesa della libertà, ma politica di potenza, rivendicazione geopolitica della “Nazione Eurasia”. Così, nel contrapporsi all’imperialismo (ma solo a quello statunitense), i neofascisti si schierano con le forze politiche più retrive e reazionarie: con Hamas in Palestina, con le forze nazicomuniste russe, con i neonazisti americani.
Tuttavia, oggi come nel passato, il neofascismo è soltanto il braccio violento e intollerante del potere capitalista, il loro razzismo serve a gerarchizzare e opprimere la forza lavoro, il loro squadrismo serve a contrastare chi lotta realmente contro l’ingiustizia, lo sfruttamento e la guerra.
Con il patrocinio del Comune di Bologna. Che offende in tal modo la storia di questa città.