Dopo aver dato il patrocinio a un’iniziativa neofascista, dopo aver più volte concesso sale pubbliche a conferenze neofasciste e xenofobe, ecco che il Comune di Bologna affigge ora per le strade della città anche i manifesti dei neofascisti con grandi fasci littori e discorsi nostalgici e nazionalisti. E non solo in zona Borgo Panigale-Casteldebole, ma anche in via Toscana e in altri punti della primissima periferia di Bologna.
Dal canto suo, il sindaco Virginio Merola sta valutando se «formulare un esposto alla Procura della Repubblica perché accerti la sussistenza di ipotesi di reato riferibili al contenuto dei manifesti in questione». Ma quello che forse dovrebbe valutare, sono piuttosto le sue dimissioni dalla carica di sindaco. È peggiore un sindaco come Flavio Delbono che ruba alcune migliaia di euro, oppure un sindaco che infanga la dignità, la storia e gli ideali della città che amministra?
Per riflettere sulle sue continue “distrazioni” dinanzi all’attivismo neofascista, Virginio Merola potrebbe considerare ad esempio un aforisma di Martin Luther King: «Sì, siamo estremisti, siamo estremisti nella volontà di giustizia, di eguaglianza, di pace». Oppure un imperativo di Karl Popper: «Dovremmo rivendicare, nel nome della tolleranza, il diritto a non tollerare gli intolleranti».