Certo è che le elezioni sono la più invereconda stagione dell’anno. Cominciano a essere noti i candidati della Lista Ingroia. Dopo il contestatissimo Claudio Giardullo, sindacalista del SILP, noto per le sue posizioni contro la legge sulla tortura e i numeri identificativi sui caschi degli agenti, ecco spuntare il nome di Luigi Li Gotti, ex fascista, capolista al Senato in Sicilia per «Rivoluzione Civile».
Luigi Li Gotti ha cominciato a fare politica a Crotone alla fine degli anni Sessanta nelle organizzazioni giovanili del Movimento Sociale Italiano, partito del quale è diventato successivamente segretario di federazione e che ha rappresentato in Consiglio comunale dal 1972 al 1977. Dopo una militanza a destra più che trentennale, nel 1998 esce da Alleanza Nazionale e passa, nel 2002, all’Italia dei Valori, assumendo l’incarico di Responsabile del Dipartimento Giustizia e facendo l’apologia dell’«amico» Gratteri e delle torture della Scuola Diaz.
Ma non è il solo fascista in gara. Ecco l’ex console, ex cantante ed ex picchiatore Mario Vattani – ma sempre figlio di un potente papà – che, sotto la bandiera nostalgica di Francesco Storace, teorizza il mimetismo e l’opportunismo: «In certi momenti si devono mettere da parte le convinzioni troppo personali e darsi alla battaglia», dice.
Insomma, pochi ideali ma pessimi…