Pare ormai che il ceto dirigente di questo paese non sappia che farsene di CasaPound. Per oltre un decennio hanno ottenuto coperture e sovvenzioni come squadristi di complemento. Ora, dopo le faide interne per soldi e potere, l’associazione dei «fascisti del terzo millennio» è incappata nei controlli del Ministero per lo Sviluppo Economico che ha ordinato una verifica presso la sede dell’«Isola delle Tartarughe», cooperativa che serve a CasaPound per ricevere dallo Stato il denaro dei 5×1000. Pare sia «un appartamento in parziale stato di abbandono». Una sede fittizia di una cooperativa inesistente dove il gruppo di estrema destra riceveva la posta, e dove è arrivata anche la diffida ministeriale. Per questo il Ministero per lo Sviluppo Economico ha deciso di bloccare l’erogazione del 5×1000 a CasaPound.
Non che questo attenui la violenza fascista e razzista, o li renda meno pericolosi. Né si tratta di un segno di declino delle culture omicide dell’estrema destra. Né vengono meno le coperture istituzionali, le connivenze, le amnesie e nemmeno le forme «sinistre» di tolleranza. Nella periferia di Milano si è appena tenuto un maxiraduno europeo per celebrare Hitler: in una città amministrata dalla «sinistra», in cui dieci giorni fa era all’ordine del giorno un’ordinanza per vietare di mangiare il gelato per strada dopo mezzanotte! Frattanto a Varese l’amministrazione comunale decideva di non revocare la cittadinanza onoraria concessa nel 1924 a Benito Mussolini.
Ma a mostrare che, in tempi di crisi economica, l’alleanza inconfessabile tra fascismo e grande capitale si rafforza, basti dire che secondo un grande istituto del potere finanziario mondiale come la banca JP Morgan occorre ridimensionare drasticamente l’«eccesso di democrazia» (!) nell’Eurozona: «Dovete liberarvi delle vostre costituzioni sinistroide e antifasciste», scrivono gli esperti di JP Morgan.
Nulla di nuovo: squadristi e banchieri stanno dalla stessa parte della barricata!
Ogni gesto, anche il più piccolo e quotidiano, oggi è un campo di scontro. Ogni rivolta contro il potere che vuole governare le nostre vite è un atto di liberazione.
Secondo la frase che Bologna Antifascista ha scelto per promuovere «Lunetta rossa» domenica 23 giugno: «La resistenza è una battaglia di tutti i giorni, che non è mai finita, e questo è un giorno di più che aggiungiamo a quel calendario, per rivendicare con orgoglio la nostra determinazione a lottare oggi come ieri contro ogni fascismo. Per un mondo di liberi».