Come al solito, dopo che la stampa locale aveva promosso a Lecce un clima di tensione in vista di un fine settimana «caldo» per il raduno nazionale degli squadristi di CasaPound, ecco che ora i giornali parlano di una «maxi-rissa» cercando di sminuire e spoliticizzare le provocazioni neofasciste.
Gli scontri si sono verificati intorno alle 2 di notte nel centro storico e pare abbiano avuto come protagonisti due gruppi, uno pugliese e l’altro romano giunto in Salento per partecipare al raduno neofascista. Dalle provocazioni verbali si è passati a uno scontro a colpi di pietre, cinghie, mazze e bottiglie che ha coinvolto decine di persone. Sul posto sono state trovate macchie di sangue sull’asfalto, fioriere rotte e sassi. Vedi Repubblica, Corriere.
E non si può dire che l’antifascismo leccese non avesse messo in evidenza il tentativo di spettacolarizzare in termini di «sicurezza» la protesta civile:
«Spettacolarizzare l’evento prima che avvenga, lo interpretiamo come un modo per isolare due gruppi contrapposti all’interno di una lotta ideologica, un derby politico tra due colori contrapposti. Al contrario, pensiamo che i valori strettamente legati all’antifascismo dovrebbero essere condivisi all’interno della società e che identitarismo, nazionalismo e divisione fra popoli siano di per sé propagatori d’odio irrazionale».
Né va dimenticato che a Lecce sono già accaduti episodi di squadrismo che hanno coinvolto esponenti di CasaPound – tre dei quali sono stati ora condannati per il violento pestaggio di un giovane antifascista nel 2012 – e vi sono state minacce e intimidazioni dell’estrema destra.
Ora e sempre resistenza!