Una poesia di Sante Notarnicola scritta nel novembre 2014 e circolata in queste settimane rievoca la stagione cupa e fascisteggiante in cui Sergio Cofferati fu sindaco di Bologna fra il 2004 e il 2009. Da quando fu eletto, cominciò a corteggiare l’estrema destra, ad emulare la Lega Nord mandando le ruspe sulle baracche del lungo Reno e ad atteggiarsi a sceriffo xenofobo in nome della «sicurezza» e della «legalità». Ed erano le prime avvisaglie della cultura autoritaria delle «grandi intese».
AI COMPAGNI LIGURI
Sì, da noi fece
una certa impressione!
La sua stagione, fatta
di politica dell’esclusione,
si affermò rapidamente
e durò tutto il suo mandato.
Dilagava la politica condominiale,
rissosa. Nemica delle notti,
del rap e dei colori,
degli studenti e dei lava-vetri.
Poi gli zingari da lui sloggiati
dalla riva del Reno
in un’alba livida di gennaio.
Increduli, attoniti
affrontammo quell’inverno,
lungo cinque anni…
Riciclato, a cavallo
dei due secoli,
stretto amico di se stesso,
e sempre con l’aria di chi:
lei non sa chi sono io…
e volendosi fortemente bene,
oggi si propone a voi
come GOVERNATORE
di tutti i liguri!
Buon dio, vigilate…
Compagne e compagni, vigilate!
Bologna, novembre ’14