Anche Roberto Maroni, all’epoca ministro degli Interni, oggi governatore della Lombardia, entra indirettamente tra i personaggi di Mafia capitale. E ce lo introduce Giuseppe Castiglione, sottosegretario all’Agricoltura, da ieri indagato anche lui nell’inchiesta per il Cara di Mineo.
Nell’estate del 2011 il ministro degli Interni Maroni lanciava un appello agli enti locali per accogliere quanti più migranti possibile e faceva requisire l’ex Residence degli Aranci di Mineo per l’accoglienza dei richiedenti asilo.
Che non si trattasse di «accoglienza» poteva già dimostrarlo il fatto che nel centro di Mineo le donne migranti fossero costrette a prostituirsi.
Il panorama che emerge ora è quello di un gioco di sordido cinismo. C’è la politica che, alla luce del sole, urla «Non passa lo straniero» e «Prima gli italiani» per raccattare voti. Poi, di nascosto, sono gli stessi – con il concorso di cooperative rosse e cooperative di «Comunione e Liberazione» – che fanno traffici e affari con i fondi per l’accoglienza dei richiedenti asilo. E c’è pure qualche pio educatore cattolico che approfitta dei minori stranieri senza genitori per i propri svaghi sessuali…
Adesso poi che il giro d’affari ha una battuta d’arresto, il governatore Maroni ingiunge ai prefetti e ai sindaci lombardi di non accogliere più nessun richiedente asilo, altrimenti taglierà i fondi ai sindaci come «disincentivo»…
E la sagra della menzogna bipartisan continua. In concorso per il premio «faccia di bronzo» ci sono, fra gli altri, pure Matteo Salvini che dichiara che «le ruspe sono un simbolo d’equità sociale» e l’impavido Virginio Merola che riesce ad affermare che «nessuno è più a sinistra di me»…
Non passeranno!