Negli ultimi tempi la strategia di gran parte dei neofascisti e neonazisti europei è stata quella di presentare un’immagine pubblica di rispettabilità. Puntando soprattutto su xenofobia, nazionalismo e «sicurezza». E praticando una dissimulazione ideologica all’esterno e un esoterismo identitario fra camerati.
A Bologna vi è stato il caso del criptofascista Galeazzo Bignami fotografato in abiti nazisti con tanto di svastica al braccio. Subito Bignami ha addotto la giustificazione ridicola di un presunto «addio al celibato» e, affranto, ha tirato fuori la figlia, la famiglia, la sua rispettabilità di politico, cercando di coprire col piagnisteo l’evidenza delle immagini…
Poi c’è stato il caso di Alessandro Lucia, candidato di Forza Italia in quota Bignami, che a più riprese ha negato di essere fascista, ma di essere pronto però, da onesto cittadino, a «uccidere gli zingari» e a «salire senza problemi su una ruspa per tirare giù i campi rom»… Peccato che poi scriva su Facebook frasi come «Sia sempre lodato Benito Mussolini».
Poi ecco il 23enne Luca Cavazza, anch’egli in quota Bignami, che lo scorso 19 agosto è andato in pellegrinaggio alla tomba di Mussolini a Predappio e subito dopo ha lasciato su Facebook il seguente messaggio: «Tutto quello che fu fatto non potrà essere cancellato. A noi!». «Mai stato fascista – ha dichiarato – Non nego che per me Mussolini ha fatto delle cose buone, nel Ventennio. Ma quella era solo una visita in un luogo storico».
Poi viene un altro gggiovane nostalgico in corsa per la poltrona. Si tratta di Elia Pirone, militante di «Bologna sociale» e dirigente di «Fascismo e Libertà», noto per strappare in modo compulsivo striscioni e adesivi antifascisti, in rapporti stretti con Alessandro Lucia e Bignami, e ora candidato con «Riprendiamoci Bologna», la lista a sostegno della leghista Lucia Borgonzoni. Peccato che solo il 31 marzo 2016 il camerata Pirone, come caposezione di «Fascismo e Libertà», scrivesse qui:
Credo personalmente che, ormai, non ci siano più dubbi: sostenere Salvini e la Lega significa compromettere la propria identità. Politica e culturale. Salvini non è più credibile e bisogna che la cosiddetta “Area” se ne faccia una ragione.
Ma Pirone è qualcosa di più di un camerata opportunista e sotto copertura. È uno che si rende ridicolo da solo, come dimostra anche il «Corriere di Bologna»:
Lo scorso 13 aprile, Pirone pubblica una sua foto di profilo, con il mento alto. Un suo contatto commenta: «Mento volitivo, fronte spaziosa, sguardo indomito…tu sai chi ci ricordi?». E lui risponde in latino: «Non sum dignus [non son degno]». Un altro amico allora gli dice: «Chissà che un giorno non avrai una “Gola del Furlo” tutta per te». Il riferimento è alla riserva naturale in provincia di Pesaro-Urbino dove fu scolpito nella roccia un gigantesco profilo di Mussolini, successivamente minato e distrutto dai partigiani. E a questo punto Pirone risponde: «L’importante è evitare un secondo piazzale…».
Ma non è l’unico riferimento pironiano al Ventennio. Su Facebook Pirone cita D’Annunzio, commemora Gentile e difende Goffredo Coppola, il rettore dell’Università di Bologna fra il 1943 e il 1944, fascistissimo e violentemente antisemita che collaborò con i nazisti e finì proprio a Piazzale Loreto.
Sono questi solo alcuni dei gggiovani di Bignami. Non essendo riuscito a correre per la poltrona di sindaco, Bignami ha messo un po’ di criptofascisti e/o criptonazisti qua e là, graditissimi del resto alla «destra moderata», purché non ostentino troppo le loro svastiche e bandiere di Salò. E tutti coinvolti nell’operazione dell’ex Consorzio agrario (1, 2, 3).
Non c’è che dire. Il fascismo è sempre una farsa finché non diventa violenza e tragedia.
Eia eia alla larga!