Era il 2002 quando, in alcuni spazi dismessi dell’ex mercato ortofrutticolo di via Fioravanti 24, nasceva il centro sociale XM24. Un luogo di autogestione e di sperimentazione dal basso attraversato da migliaia e migliaia di persone e da molteplici esperienze politiche, musicali, culturali, agricole e antropologiche che hanno contribuito alla storia recente di questa città.
Ora, dopo quindici anni, negli ultimi mesi gli attacchi bipartisan contro XM24 sono diventati sempre più aggressivi con in testa il solito Galeazzo Bignami, figlio ed erede politico del neofascista Marcello Bignami.
Tutt’a un tratto, i vertici del PD locale dichiarano che «il problema dell’XM24 è che, in Bolognina, è venuta a mancare la compatibilità con il contesto urbano in cui si trova».
Quale sia la «compatibilità» che è venuta a mancare lo spiega bene un articolo del «Corriere di Bologna» del 3 gennaio 2017, dal titolo: La nuova frontiera è la Bolognina. «Il boom di visitatori confluirà qui». Si tratta, in sintesi, di affari…
Pare che Bologna viva un boom turistico che potrebbe non essere spennato a fondo. «Dobbiamo individuare delle zone meno toccate e una di queste è la Bolognina, che ha forti potenzialità», dichiara l’assessore Matteo Lepore. «Serve un motivo valido che convinca il turista, magari al suo terzo giorno in città, a dedicare qui le ultime sue ore di permanenza dopo aver visto le Due Torri, piazza Maggiore, la basilica di San Petronio, Sala Borsa e qualche museo».
Infatti, la Bolognina è, anche secondo il presidente del quartiere Daniele Ara, «una zona autentica, che meglio di altre racconta la vita dei bolognesi», ottima per organizzarvi un percorso di attrazioni turistiche alternative «come Kreuzberg a Berlino o San Salvario a Torino».
Purtroppo non c’è nulla di più falso e di più triste dell’autentico per turisti, della bolognesità venduta al dettaglio, del fascismo bipartisan degli affari e della speculazione.
E non c’è nulla di più rivoltante di un progetto di percorso turistico in cui anche il «monumento della Shoah» o il «museo di Ustica» diventano attrazioni di una Disneyland suburbana.
Esprimiamo la nostra solidarietà a XM24 che in questi giorni ha dovuto subire una campagna di criminalizzazione e di menzogne solo perché il PD sa bene che l’autogestione sociale non s’inquadra affatto nello zoo turistico che vorrebbero allestire…
Ora e sempre resistenza!