Si è visto in Grecia e a Lione nel 2011: i neofascisti entrano organizzati in un sobborgo povero, abitato da migranti e si danno a violenze e aggressioni razziste.
Adesso è diventato un odioso passatempo per giovani della destra identitaria: a Roma come a Strasburgo, dove il gruppo di estrema destra «Bastion social» ha compiuto nelle scorse settimane alcuni pestaggi a margine dell’apertura di un bar identitario…
Ma l’Europa ha però una lunga storia di pogrom razzisti che cominciano in sordina.
In Francia basta risalire al 1961. Dopo mesi di pestaggi, nella notte fra il 17 e il 18 ottobre 1961 alla periferia di Parigi i neofascisti circondarono un intero quartiere e uccisero più di 200 algerini.
Un libro che aveva descritto a caldo quelle atrocità, venne subito sequestrato ed è stato ripubblicato soltanto trent’anni dopo, nel 2000: Paulette Péju, Ratonnades à Paris [1961], préfacé par Pierre Vidal-Naquet.
Al riguardo si può leggere Parigi 17 ottobre 1961: la mattanza degli algerini di Luigi Cecchetti.
È un fatto che la nostra «coscienza civile» poggia i piedi sul fango nero di tantissimi episodi rimossi e atrocità negate.
Non ci può essere lotta e solidarietà senza memoria!