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25 NOVEMBRE CONTRO LA VIOLENZA PATRIARCALE E DI GENERE

Anche quest’anno la marea transfemminista, composta da collettvi tranfemministi, centri antiviolenza, lavorator* e operaie in lotta, donne migranti, reti di insegnanti per un’educazione liberatria e di genere, collettivi e associazioni lgbtq+, movimenti e associazioni di soggettività trans, sex worker, associazioni anticarcercerarie, gruppi in difesa di ecologia e territori, associazioni per il diritto alla casa, reti per l’autodeterminazione della salute e l’autogestione dei consultori, gruppi antifascisti intersezionali e per la rivoluzione sociale ma anche mediche, avvocate, giornaliste, scende in piazza.

Il comune denominatore che tiene unite queste realtà di tutto il terrritorio nazionale è il riconoscere la violenza di genere e patriarcale come una violenza sistemica e strutturale della società che, in modi differenti e a discrezione dei privilegi posseduti o meno, colpisce tuttə  in tutto il mondo e, in particolare, le donne, le soggettività dissidenti, migranti e sex workers.
In quest’ultimo anno siamo andatə incontro a un radicale cambiamento dell’assetto politico che ha visto Giorgia Meloni premier la quale non ha aspettato troppo per iniziare a proporre leggi che minano l’autodeterminazione delle donne e delle soggettività dissidenti. In pochi giorni, infatti, sono state proposte tre nuove leggi che ostacolano e ostruiscono il diritto all’aborto, come la proposta avanzata da Gasparri.
Non desta stupore l’avanzata sempre più evidente dei gruppi Nochoice e Provita che continuano a voler entrare all’interno dei consultori e degli ospedali per ostruire l’accesso all’IVG alle donne e/o persone con utero che desiderano non portare a termine la gravidanza; così come non destano stupore i sedicenti gruppi nazi-fascisti che scendono in piazza al grido di “BASTA STUPRI SULLE NOSTRE DONNE”, apportando la solita narrazione razzista e xenofoba.
L’attacco al diritto all’aborto che si sta mettendo sul campo in questo ultimo periodo è il chiaro esempio di come si stia cercando di minare e limitare sempre di più la libertà di autodeterminazione delle donne e delle persone con utero.

Ma questo è il campo in cui la destra italiana si colloca: nell’autoritarismo di uno Stato in linea con la deriva ultra-cattofascista europea. L’Italia di Giorgia Meloni non si è di certo sottratta e si sta ben allineando con i governi della Polonia e dell’Ungheria, degli USA e dei regimi autoritari, anche nella criminalizzazione di stili di vita considerati “devianti” all’interno di una lettura delle nuove generazioni ritenute pericolose. Un esempio esemplare della deriva autoritaria è l’urgenza con cui è stato proposto il decreto anti-rave, utilizzato strumentalmento per limitare spazi di libertà fuori dalle logiche del mercato e di agibilità politica.

Scendiamo nelle piazze per porre fine ai femminicidi che ogni anno aumentano di numero: solo nel 2022 in Italia sono avvenuti 91 femminicidi che si vanno a sommare  ai 103 dell’anno scorso e a quelli degli anni precedenti. Le molestie e le aggressioni sono all’ordine nel gorno e si consumano nel totale silenzio di un Governo che volge il suo sguardo al migrante, alle classi meno abbienti, troppo impegnato a portare avanti una lotta a favore della moralità catto-fascista che quotidianamente concima il terreno del patriarcato.

Scendiamo nelle piazze per constrastare la violenze contro le sex workers e contro lo stigma sul sex work che non poco tempo fa ha palesato ancora una volta la violenza con cui si scaglia contro le lavoratricə sessuali.

In questo quadro nazionale, scendiamo nelle piazze convintə che la lotta contro il sistema patriarcale non è slegato dalla lotta contro le guerre sui nostri corpi, sulle nostre vite e sulla libertà dei popoli. E’ per questo che mandiamo la nostra solidarietà e supporto alle compagne del Rojava e al popolo curdo che in questo momento è di nuovo sotto attacco da parte della Turchia e al popolo ucraino che sta ancora subendo gli attacchi da parte della Russia.

Per tutto questo la lotta tranfemminista, antisessista, antifascista è necessariamente una lotta intersezionale che riguarda realtà politiche e soggettività diverse. Per questo il Nodo Antifascista di Bologna invita tuttə a scendere oggi in piazza affianco alle compagne tranfemministe e nuovamente domani 26 Novembre a partecipare alla manifestazione nazionale a Roma.

 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "BASTA GUERRE SUI NOSTRI CORPI RIVOLTA TRANSFEMMINISTA 26 NOVEMBRE ORE 14 Corteo nazionale CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE SULLE DONNE GENERE PIAZZA DELLA REPUBBLICA 27 NOVEMBRE ORE 10 Assemblea nazionale FACOLTÀ LETTERE ROMA TRE VIA ISTIENSE, 236 AULÁ MAGNA DIMENO"
 

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