Il 2 agosto 1980 era sabato, il primo del mese, per molte e molti il primo delle ferie. Dalla stazione di Bologna passavano migliaia di persone, dirette al mare o in montagna. Qualcunə probabilmente aveva scelto il treno spaventato dalla notizia del Dc9 Itavia precipitato al largo dell’isola di Ustica poco più di un mese prima. Alle 10.25 di quel sabato una bomba esplose nella sala di aspetto di seconda classe. Ottantacinque persone morirono, 200 rimasero ferite. Oggi sappiamo che a mettere quella bomba furono Francesca Mambro, Giuseppe Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini, militanti della formazione neofascista “Nuclei armati rivoluzionari”, condannati in via definitiva. Sentenze di primo grado hanno poi riconosciuto colpevoli il loro camerata Gilberto Cavallini e anche Paolo Bellini, che faceva parte di un altra organizzazione neofascista, “Avanguardia nazionale” ed è inoltre coinvolto nelle indagini per le stragi di mafia del 1992 e 1993. Le motivazioni della sentenza del processo a Bellini sono molto interessanti perché ricostruiscono il ruolo di diverse altre persone, tutte decedute, in base alle quali si delinea chiaramente la catena decisionale che ha guidato le azioni dei neofascisti: fu la loggia massonica P2 guidata da Licio Gelli a organizzarla, e potè avvalersi di importanti complicità nelle istituzioni, a partire da Federico Umberto D’Amato, potente capo dell’Ufficio affari riservati del ministero dell’Interno, come anche nei servizi segreti e nelle forze di polizia.
Nonostante tutto ciò, c’è ancora chi tenta di accreditare ipotesi alternative per negare le responsabilità dei neofascisti. Lo fanno gli avvocati delle persone sottoposte a processo (e fin qui…), ma lo fanno anche, da sempre, esponenti politici dei partiti oggi al governo nazionale, il più a destra della storia repubblicana. Li vediamo da sempre prodigarsi in interviste, convegni e piagnistei vari sulla fantomatica pista che coinvolgerebbe il Fronte popolare di liberazione di Palestina e l’Autonomia romana di allora. Una teoria che ha già mostrato più volte la sua inconsistenza e infondatezza.
Il 2 agosto non ci provate! Qualunque esponente istituzionale venga per le commemorazioni sappia che Bologna non può accettare altre offese alla propria storia e alle proprie vittime.
Apprendiamo che a rappresentare il governo sarà il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, già vicecommissario e prefetto a Bologna, capo di gabinetto di Salvini ai tempi degli infami decreti sicurezza, quest’anno artefice di porcate come il decreto rave, l’abolizione della protezione speciale per i migranti, le assurde prescrizioni alle ong impegnate nei salvataggi in mare. Una presenza sgradita per chiunque abbia a cuore libertà e rispetto della vita umana.
Parteciperemo ogni anno al corteo che parte alle 9,15 da piazza del Nettuno, nella certezza che nessuna provocazione sarà tollerata. E dal giorno dopo, come ogni giorno, continueremo a opporci a tutto ciò che questo governo rappresenta: autoritarismo, razzismo istituzionale, sfruttamento, distruzione del welfare, omotransfobia, patriarcato, negazionismo della crisi climatica, corporativismo. Non vivremo nel mondo di merda che i vostri camerati sognavano mentre riempivano l’Italia di bombe e di sangue.
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