Quando qualche neofascista aggredisce, ferisce, accoltella un attivista di sinistra, i giornali di solito parlano di una «rissa fra balordi». Lo hanno fatto sempre negli ultimi dieci anni, anche di fronte a omicidi vili e assurdi. È una forma di minimizzazione e di spoliticizzazione della violenza reazionaria che ha trovato applicazione anche nel caso recente del terrorista cristiano che in Norvegia ha assassinato decine e decine di giovani militanti di sinistra. Ha ragione Michele Corsi quando parla del «cuore di tenebra dell’Occidente».
Utoya e il cuore di tenebra dell’Occidente
Perché i mass media occidentali negano il carattere terroristico delle stragi accadute in Norvegia e la loro matrice di estrema destra?
di Michele Corsi
Il fondamentalista cristiano Anders Behring Breivik ha fatto esplodere un’auto vicino ad alcuni uffici governativi di Oslo, capitale della Norvegia, ed ha ucciso una novantina di giovani sull’isola di Utoya. La reazione dei mass media occidentali, appena si è diffusa la notizia dell’esplosione, è stata unanime: è un attentato opera del terrorismo “islamico”. Sono anche apparsi (poi fatti rapidamente sparire) articoli di accompagnamento che analizzavano il fenomeno del fondamentalismo in Scandinavia e di come assai astutamente questi gruppi utilizzassero gli immigrati di quei Paesi tolleranti. Continua a leggere su precaria.org.