Che Claudio Mutti abbia fiancheggiato il terrorismo neofascista e lo jihadismo islamista è un dato storico ripetuto da numerosi libri e giornali. Fondatore di Ordine Nero, amico di stragisti neri, inquisito per attentati e stragi, poi convinto khomeinista e teorico dell’incontro fra Islam integralista e Nazismo…
«A cominciare dagli amici di Franco Freda, come il professorino Claudio Mutti, esperto di neonazismo e Romania, antisemita accanito, anche lui ora in galera dopo le rivelazioni sulla strage di Bologna…».
(«L’Espresso», 7 settembre 1980)
«Il più famoso musulmano di estrema destra è probabilmente Claudio Mutti, le cui tracce sono rinvenibili in numerosi siti Internet. Mutti sembra aver scatenato un vero e proprio dibattito politico sulla legittimità di essere musulmano e fascista. Egli sarebbe un seguace della mistica islamica sulla scia dei movimenti dell’estrema destra che si rifanno alla società Thule, fondata nel 1918 dal barone von Sebottendorf. Mutti fu in passato tra i fondatori dell’organizzazione terroristico-golpista Ordine nero e ha testimoniato in tribunale riguardo alla consegna di armi da parte di Fatah alle Br. Secondo fonti dell’intelligence, questi gruppi mistici costituirebbero solo il retroterra culturale di un movimento europeo più ampio, che condivide la pratica del terrorismo islamico, riletto in chiave antisemita».
(Franz Gustincich, «Limes», febbraio 2004)
«In Italia il principale centro dei negazionisti sembra essere Parma: […] a Parma si trova “All’insegna del Veltro”, una piccola casa di distribuzione di materiale filonazista organizzata da Claudio Mutti, ex camerata di Franco Freda e incriminato per la strage di Piazza Fontana».
(Nicolò Scialfa, Lo sterminio degli ebrei e la voglia di dimenticare, Genova, Sovera, 2003)
Ora, per mostrare fino a che punto l’economia del discorso pubblico sia completamente mutata in un breve lasso di tempo, basti dire che quello che dieci anni fa si stampava su libri e giornali senza tema di smentite o di querele, oggi basta ripeterlo su facebook per beccarsi dei decreti penali – ossia condanne prima del processo – che non mirano affatto a stabilire la verità, ma solo a limitare a suon di multe la libertà di espressione e di critica politica.
È quel che è successo ad alcuni antifascisti del CUA e di Hobo e al direttore del sito Zero in condotta, che si sono visti recapitare cinque decreti penali con multe da 600 a 1000 euro per avere fatto presente chi è stato e cosa rappresenta Claudio Mutti.
Ed è quel che è successo, qualche giorno fa, a cinque antifascisti di Cesena che hanno ricevuto cinque decreti penali per avere espresso in modo colorito e icastico la propria ostilità allo squadrismo di CasaPound.
Non è accettabile che le sanzioni penali diventino uno strumento autoritario e tutto politico per condizionare la libertà di espressione e per criminalizzare la critica antifascista!
Solidarietà agli antifascisti sanzionati!