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Il contropolverone


Nell’appropriarsi dei procedimenti della “guerriglia informativa”, i neofascisti locali sembrano aver adottato in questi giorni la tattica rancida del contro-polverone: diffondere notizie false in modo che, una volta svelata la falsificazione, anche quelle vere paiano meno credibili. È un modo per abbassare la soglia di attenzione e di risposta civile.

Così, dopo il flop nazionale del 7 maggio scorso, hanno cercato di accreditare su Indymedia Emilia Romagna (hidden 1 e 2) la notizia di immaginari pestaggi xenofobi (quelli che avvengono ormai in ogni angolo del “bel paese”), per poi rivelare il falso e farsi un briciolo di pubblicità “neofuturista”. Ed è la stessa tecnica collaudata dai giornali di regime: scovare (o inventare) la notiziola anomala che smentisce il fenomeno reale, l’eccezione che scredita e nasconde la regola, il fatterello che nasconde i fatti. Che mentecatti!

Sono tattiche usate in questi giorni anche dai neomaschilisti contro Indymedia Lombardia. Che magari rivendicano pretestuosamente il “politically correct” contro l’ironia delle donne dinanzi all’inquietante incremento delle violenze di genere. Secondo i loro parametri, anche A modest proposal di Jonathan Swift o SCUM di Valerie Solanas dovrebbero essere riscritti in modo più corretto!

Se non avessero protezioni in alto, se non avessero il vento del potere che li spinge avanti, costoro sarebbero veramente alla frutta.

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